L’articolo analizza la concentrazione spaziale delle imprese che operano nella filiera produttiva dell’industria musicale italiana, utilizzando due diversi campioni e una metodologia costruita ad hoc. I risultati dimostrano una concentrazione spaziale, relativamente forte rispetto alle altre Regioni e alla media nazionale, delle imprese e del fatturato in Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna, per tutte le categorie di operatori considerati. Milano, può essere considerata la “capitale italiana della musica” e, in particolare, in funzione dei ricavi complessivi, è la capitale dell’editoria musicale, della trasmissione radiofonica, degli studi di registrazione e della discografia. Un eventuale riconoscimento formale da parte delle istituzioni candida questi agglomerati di imprese alla forma del “distretto produttivo”, e a tutte le agevolazioni (fiscali e non) previste. Da una prospettiva più generale, possono essere considerati dei cluster creativi. Nell’articolo si riflette anche sulle metodologie di rilevazione dei cluster creativi e sull’opportunità di una valorizzazione delle industrie culturali e creative attraverso le politiche pubbliche.
I distretti produttivi italiani dell'industria musicale, 2012.
I distretti produttivi italiani dell'industria musicale
Ardizzone, Antonella
2012-01-01
Abstract
L’articolo analizza la concentrazione spaziale delle imprese che operano nella filiera produttiva dell’industria musicale italiana, utilizzando due diversi campioni e una metodologia costruita ad hoc. I risultati dimostrano una concentrazione spaziale, relativamente forte rispetto alle altre Regioni e alla media nazionale, delle imprese e del fatturato in Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna, per tutte le categorie di operatori considerati. Milano, può essere considerata la “capitale italiana della musica” e, in particolare, in funzione dei ricavi complessivi, è la capitale dell’editoria musicale, della trasmissione radiofonica, degli studi di registrazione e della discografia. Un eventuale riconoscimento formale da parte delle istituzioni candida questi agglomerati di imprese alla forma del “distretto produttivo”, e a tutte le agevolazioni (fiscali e non) previste. Da una prospettiva più generale, possono essere considerati dei cluster creativi. Nell’articolo si riflette anche sulle metodologie di rilevazione dei cluster creativi e sull’opportunità di una valorizzazione delle industrie culturali e creative attraverso le politiche pubbliche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.