La traduzione dell’Eneide di Annibal Caro, edita nel 1581, e il suo lessico fortemente visivo ebbe grandissima fortuna, benché non sia mai stata considerata come une vera traduzione ma, piuttosto, una libera riscrittura del testo virgiliano. Il Caro aveva rifiutato i precetti linguistici del Bembo, elaborando una lingua elegante ed estrosa, in comune accordo con i modelli pittorici del tempo. L’autore, celebre iconografo, aveva fortemente a cuore il tema delle relazioni tra le arti e le lettere, tema che affrontò sia nell’Apologia contro Castelvetro, sia in una lettera a Giorgio Vasari del 10 maggio 1548. L'opera letteraria di Caro si presenta come un esempio fondamentale della letteratura manieristica matura densa di echi pittorici ravvisati dalla critica antica e moderna in chiave spesso negativa.
Tra lessico pittorico e iconografia: Annibal Caro e la fortuna della traduzione dell’Eneide, 2009.
Tra lessico pittorico e iconografia: Annibal Caro e la fortuna della traduzione dell’Eneide
Casini, Tommaso
2009-01-01
Abstract
La traduzione dell’Eneide di Annibal Caro, edita nel 1581, e il suo lessico fortemente visivo ebbe grandissima fortuna, benché non sia mai stata considerata come une vera traduzione ma, piuttosto, una libera riscrittura del testo virgiliano. Il Caro aveva rifiutato i precetti linguistici del Bembo, elaborando una lingua elegante ed estrosa, in comune accordo con i modelli pittorici del tempo. L’autore, celebre iconografo, aveva fortemente a cuore il tema delle relazioni tra le arti e le lettere, tema che affrontò sia nell’Apologia contro Castelvetro, sia in una lettera a Giorgio Vasari del 10 maggio 1548. L'opera letteraria di Caro si presenta come un esempio fondamentale della letteratura manieristica matura densa di echi pittorici ravvisati dalla critica antica e moderna in chiave spesso negativa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.