Il cambiamento in atto del sistema universitario vede l’affiancamento alle attività di didattica e ricerca – appannaggio tipico dell’offerta culturale degli atenei italiani – di una terza missione istituzionale che rimanda a un variegato sistema di attività e servizi con compiti precipui di valorizzazione economica, sociale e culturale della conoscenza, mediante i quali le università mirano a generare un valore per la collettività. Più nello specifico, la terza missione si articola in una serie di attività eterogenee, riconducibili a tre principali filoni. Il primo di essi comprende le attività connesse all’innovazione e al trasferimento tecnologico, utili a fini produttivi e imprenditoriali (gestione della proprietà intellettuale e dei brevetti, imprenditorialità accademica e partnership territoriali: spin- off, incubatori e consorzi di impresa). Gli altri due filoni – riguardanti l’educazione permanente e il social (o public) engagement – tendono a privilegiare una logica di servizio alla comunità, attraverso attività votate allo sviluppo culturale, sociale, educativo o civile, fra cui quelle dedicate alla formazione permanente (lifelong learning), alla gestione di beni e attività culturali (musei, scavi archeologici, immobili storici, biblioteche, eventi, ecc.), alla tutela della salute pubblica, all’orientamento e alla divulgazione e comunicazione scientifica. Come testimonia la cospicua produzione scientifica in materia, la comparsa della terza missione non è passata inosservata agli addetti ai lavori, alcuni dei quali ne hanno salutato la portata innovativa come il segnale del superamento dell’autoreferenzialità accademica, messa in scacco dallo scambio tra studiosi e società civile, auspicato e mutuamente vantaggioso. A margine di questo dibattito si colloca il presente contributo, che mira a ricostruire una fotografia dei riflessi di tali trasformazioni su università milanesi pubbliche e private (Unimi, Unimib, Bocconi, Polimi, IULM, Unicatt) al momento impegnate a ridefinire la propria offerta culturale e formativa. L’analisi dei contenuti espressi dai documenti ufficiali di ciascun Ateneo (Piani integrati, Piani delle Performance, Piani strategici di Ateneo...) in merito alle attività di terza missione (già attivate o pianificate) consentiranno di elaborare un confronto tra i diversi poli, al fine di portare alla luce eventuali differenze relative alle specifiche policy, anche attraverso i tentativi di risposta alle seguenti domande di ricerca:esiste il filone privilegiato su cui si concentrano gli interventi delle singole università? In quale area geografica si concentra la maggior parte delle attività realizzate o progettate? Sono stati stipulati accordi con le istituzioni pubbliche presenti sul territorio? Sono stati attivati o programmati processi di progettazione partecipata con la cittadinanza? Alla fine del percorso di ricerca verranno analizzate le ricadute territoriali di alcune pratiche individuate nel corso dell'indagine.

TERZA MISSIONE, UNIVERSITÀ E COMUNITÀ DI RIFERIMENTO: IL CASO DI MILANO, 2019.

TERZA MISSIONE, UNIVERSITÀ E COMUNITÀ DI RIFERIMENTO: IL CASO DI MILANO

Monica Morazzoni
;
2019-01-01

Abstract

Il cambiamento in atto del sistema universitario vede l’affiancamento alle attività di didattica e ricerca – appannaggio tipico dell’offerta culturale degli atenei italiani – di una terza missione istituzionale che rimanda a un variegato sistema di attività e servizi con compiti precipui di valorizzazione economica, sociale e culturale della conoscenza, mediante i quali le università mirano a generare un valore per la collettività. Più nello specifico, la terza missione si articola in una serie di attività eterogenee, riconducibili a tre principali filoni. Il primo di essi comprende le attività connesse all’innovazione e al trasferimento tecnologico, utili a fini produttivi e imprenditoriali (gestione della proprietà intellettuale e dei brevetti, imprenditorialità accademica e partnership territoriali: spin- off, incubatori e consorzi di impresa). Gli altri due filoni – riguardanti l’educazione permanente e il social (o public) engagement – tendono a privilegiare una logica di servizio alla comunità, attraverso attività votate allo sviluppo culturale, sociale, educativo o civile, fra cui quelle dedicate alla formazione permanente (lifelong learning), alla gestione di beni e attività culturali (musei, scavi archeologici, immobili storici, biblioteche, eventi, ecc.), alla tutela della salute pubblica, all’orientamento e alla divulgazione e comunicazione scientifica. Come testimonia la cospicua produzione scientifica in materia, la comparsa della terza missione non è passata inosservata agli addetti ai lavori, alcuni dei quali ne hanno salutato la portata innovativa come il segnale del superamento dell’autoreferenzialità accademica, messa in scacco dallo scambio tra studiosi e società civile, auspicato e mutuamente vantaggioso. A margine di questo dibattito si colloca il presente contributo, che mira a ricostruire una fotografia dei riflessi di tali trasformazioni su università milanesi pubbliche e private (Unimi, Unimib, Bocconi, Polimi, IULM, Unicatt) al momento impegnate a ridefinire la propria offerta culturale e formativa. L’analisi dei contenuti espressi dai documenti ufficiali di ciascun Ateneo (Piani integrati, Piani delle Performance, Piani strategici di Ateneo...) in merito alle attività di terza missione (già attivate o pianificate) consentiranno di elaborare un confronto tra i diversi poli, al fine di portare alla luce eventuali differenze relative alle specifiche policy, anche attraverso i tentativi di risposta alle seguenti domande di ricerca:esiste il filone privilegiato su cui si concentrano gli interventi delle singole università? In quale area geografica si concentra la maggior parte delle attività realizzate o progettate? Sono stati stipulati accordi con le istituzioni pubbliche presenti sul territorio? Sono stati attivati o programmati processi di progettazione partecipata con la cittadinanza? Alla fine del percorso di ricerca verranno analizzate le ricadute territoriali di alcune pratiche individuate nel corso dell'indagine.
Italiano
2019
2017
https://www.ageiweb.it/wp-content/uploads/2019/02/S17_p.pdf
L’apporto della Geografia tra rivoluzioni e riforme
XXXII Congresso Geografico Italiano
Roma
7-10 Giugno 2017
nazionale
contributo
L’apporto della Geografia tra rivoluzioni e riforme
Franco Salvatori
1307
1318
978-88-942641-2-8
Italy
Roma
AGEI
comitato scientifico
Online
Settore M-GGR/01 - Geografia
2
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
S17_p.pdf

Open Access

Descrizione: ARTICOLO
Tipologia: Documento in Post-print
Dimensione 2.81 MB
Formato Adobe PDF
2.81 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10808/29627
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact