Definizione tecnico-stilistica ma al contempo fenomenologica del concetto di “tipo di cromatismo”. Classificazione: tipo 0-D, cromatismo intrinseco al sistema diatonico; tipo 0-m, cromatismo intrinseco al modo minore; tipo 1, cromatismo come alterazione; tipo 0-D/1, alterazione libera; tipo 2, cromatismo come ‘estraneità’. Origine modale dei tipi di cromatismo 1 e 2 e loro persistenza, mutatis mutandis, in diversi regimi atonali e postonali. Paradigmaticità (o emblematicità) di Carlo Gesualdo per entrambi i tipi: alterazione ascendente o discendente del modo diatonico e ‘sensibilizzazione’ dei vari gradi della scala, oppure occupazione e ‘neutralizzazione’ dei gradi estranei intermedi (possibile sintesi teorica semplice attraverso la transformational theory di David Lewin). Esempi di derivazioni dal tardo Ottocento al Duemila: Richard Wagner, Claude Debussy, Arnold Schönberg, Giacinto Scelsi, Gilberto Cappelli, Fausto Romitelli. Proseguimento della classificazione: tipo 3-N, cromatismo come neutralizzazione; tipo 0-nD, cromatismo intrinseco a sistemi non diatonici (ottatonico, orientali, ma legame con scala minore armonica; esempi: sistemi indiani e neopersiani, klezmer); tipo 4S, cromatismo come ‘sporcatura’; tipo 5C, cromatismo del cluster. Estremizzazione e liquidazione del cromatismo: tipo U-mt, microtonalismo; tipo U-c, continuismo. Tradizionalismo dell'opzione cromatica di tipo 1 e 2. Continuità – rispetto all'uso del cromatismo – tra sistemi modali, tonali e postonali, e tra sistemi europei ed extraeuropei.
Da Gesualdo allo spettralismo barbaro: radici modali di due tipi di cromatismo postonale, 2017.
Da Gesualdo allo spettralismo barbaro: radici modali di due tipi di cromatismo postonale
stefano lombardi vallauri
2017-01-01
Abstract
Definizione tecnico-stilistica ma al contempo fenomenologica del concetto di “tipo di cromatismo”. Classificazione: tipo 0-D, cromatismo intrinseco al sistema diatonico; tipo 0-m, cromatismo intrinseco al modo minore; tipo 1, cromatismo come alterazione; tipo 0-D/1, alterazione libera; tipo 2, cromatismo come ‘estraneità’. Origine modale dei tipi di cromatismo 1 e 2 e loro persistenza, mutatis mutandis, in diversi regimi atonali e postonali. Paradigmaticità (o emblematicità) di Carlo Gesualdo per entrambi i tipi: alterazione ascendente o discendente del modo diatonico e ‘sensibilizzazione’ dei vari gradi della scala, oppure occupazione e ‘neutralizzazione’ dei gradi estranei intermedi (possibile sintesi teorica semplice attraverso la transformational theory di David Lewin). Esempi di derivazioni dal tardo Ottocento al Duemila: Richard Wagner, Claude Debussy, Arnold Schönberg, Giacinto Scelsi, Gilberto Cappelli, Fausto Romitelli. Proseguimento della classificazione: tipo 3-N, cromatismo come neutralizzazione; tipo 0-nD, cromatismo intrinseco a sistemi non diatonici (ottatonico, orientali, ma legame con scala minore armonica; esempi: sistemi indiani e neopersiani, klezmer); tipo 4S, cromatismo come ‘sporcatura’; tipo 5C, cromatismo del cluster. Estremizzazione e liquidazione del cromatismo: tipo U-mt, microtonalismo; tipo U-c, continuismo. Tradizionalismo dell'opzione cromatica di tipo 1 e 2. Continuità – rispetto all'uso del cromatismo – tra sistemi modali, tonali e postonali, e tra sistemi europei ed extraeuropei.File | Dimensione | Formato | |
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