Alonso e i visionari (1996) di Anna Maria Ortese è un libro complesso che offre diverse chiavi di lettura: tra queste abbiamo privilegiato la prospettiva fantastico-visionaria, consapevoli dei fatto che il fantastico, per esistere, ha bisogno di poggiare sul bagaglio della narrazione realistica. Le ellissi che lasciano disorientati e il continuo aggrumarsi e sciogliersi nell’avvicendamento degli avvenimenti creano quel fantastico misterioso, strano, intellettuale, anche a livello stilistico, e la narrazione mostra i limiti del linguaggio che deve dare un nome a una realtà che non è spiegabile. Per dare voce alle cose del mondo prive di voce, la scrittura ortesiana si distingue per la densa aggettivazione e prevede l’uso di un numero evidente di strategie retoriche che concorrono a incrementare l’iconicità del dettato.
Una ciotola di acqua freschissima per la salvezza del mondo: Alonso e i visionari di Anna Maria Ortese, 2008.
Una ciotola di acqua freschissima per la salvezza del mondo: Alonso e i visionari di Anna Maria Ortese
ZANGRANDI, SILVIA TERESA
2008-01-01
Abstract
Alonso e i visionari (1996) di Anna Maria Ortese è un libro complesso che offre diverse chiavi di lettura: tra queste abbiamo privilegiato la prospettiva fantastico-visionaria, consapevoli dei fatto che il fantastico, per esistere, ha bisogno di poggiare sul bagaglio della narrazione realistica. Le ellissi che lasciano disorientati e il continuo aggrumarsi e sciogliersi nell’avvicendamento degli avvenimenti creano quel fantastico misterioso, strano, intellettuale, anche a livello stilistico, e la narrazione mostra i limiti del linguaggio che deve dare un nome a una realtà che non è spiegabile. Per dare voce alle cose del mondo prive di voce, la scrittura ortesiana si distingue per la densa aggettivazione e prevede l’uso di un numero evidente di strategie retoriche che concorrono a incrementare l’iconicità del dettato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.