Lo studio intende compiere una passeggiata attraverso le opere di alcune scrittrici italiane del Novecento con lo scopo di dimostrare che la scrittura è una pratica di conoscenza che rinvia a uno spazio mentale in cui il soggetto, dopo aver preso conoscenza di sé, prende coscienza del mondo e si apre all’altro, favorendo l’accoglienza del diverso. La lettura di alcuni scritti di Anna Maria Ortese, Elsa Morante, Lalla Romano, Benedetta Cappa, Ginevra Bompiani…, pur nella loro diversità di interessi, esiti e operatività (benché appartengano tutte al Novecento, scrivono in anni molto diversi tra loro), condividono la capacità di andare oltre il reale che legittima la definizione di visionarie ed eccentriche. In questo studio sarà proprio la combinazione sonno-veglia a costituire il fulcro del discorso che trova il suo fondamento nell’accettazione del modo fantastico come mezzo per dimostrare che la realtà non è che apparenza e quindi proprio lì vivono il mistero, il sogno, l’irrealtà.
“C’è un modo femminile di fare le cose”: su alcune narratrici visionarie del Novecento italiano, 2015.
“C’è un modo femminile di fare le cose”: su alcune narratrici visionarie del Novecento italiano
ZANGRANDI, SILVIA TERESA
2015-01-01
Abstract
Lo studio intende compiere una passeggiata attraverso le opere di alcune scrittrici italiane del Novecento con lo scopo di dimostrare che la scrittura è una pratica di conoscenza che rinvia a uno spazio mentale in cui il soggetto, dopo aver preso conoscenza di sé, prende coscienza del mondo e si apre all’altro, favorendo l’accoglienza del diverso. La lettura di alcuni scritti di Anna Maria Ortese, Elsa Morante, Lalla Romano, Benedetta Cappa, Ginevra Bompiani…, pur nella loro diversità di interessi, esiti e operatività (benché appartengano tutte al Novecento, scrivono in anni molto diversi tra loro), condividono la capacità di andare oltre il reale che legittima la definizione di visionarie ed eccentriche. In questo studio sarà proprio la combinazione sonno-veglia a costituire il fulcro del discorso che trova il suo fondamento nell’accettazione del modo fantastico come mezzo per dimostrare che la realtà non è che apparenza e quindi proprio lì vivono il mistero, il sogno, l’irrealtà.File | Dimensione | Formato | |
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