Muovendo dalle ultime acquisizioni husserliane relative al Lebenswelt, la fenomenologia di Anna-Teresa Tymieniecka porta a formulazione l’idea di una primigenia ontopoiesi della vita intesa anche come proto-metafisica o ontologia della vita, che permette di dar conto dei processi di auto-individuazione e di differenziazione primordiale di forme nella genesi degli esseri viventi. Questa differenziazione si produce secondo una scala che struttura il «sistema biotico» secondo un ordine ascendente di complessità che dal vegetale passa all’animale per giungere all’umano, ma che muove però da «condizioni prebiotiche». Non potendo tracciare una linea di demarcazione tra le sfere dell’“organico” e dell’“inorganico”, qual è il preciso punto di snodo tra animale e umano? Per rispondere a questa domanda si farà ricorso alle analisi di Merleau-Ponty che, parlando proprio dell’intreccio uomo-animale fa riferimento alle « maschere che nel visibile realizzano queste aderenze primordiali divenute invisibili». Grazie dunque alle maschere, già sintomo dell’umana capacità creatrice, è possibile ritrovare quelle aderenze primordiali poi occultate dalla cultura, aderenze che mostrano l’appartenenza ad un suolo preoriginario, quello della Natura appunto, precategoriale, non-istituito, da cui emergono progressivamente le forme viventi all’apice delle quali troviamo l’essere umano. Le maschere svelano questa co-appartenenza ad una medesima origine pur nella specifica differenziazione, rimandano ad una stessa «carne primordiale». Il rapporto uomo-animalità si rivelerà quindi come non gerarchico ma «laterale», in una sorta di superamento che non elimina la parentela, secondo quella genuina ontopoiesi della vita che Tymieniecka svilupperà con accenti e sfumature particolari.
Merleau-Ponty e l'ontopoiesi della vita nell'intreccio uomo-animale, 2014-09.
Merleau-Ponty e l'ontopoiesi della vita nell'intreccio uomo-animale
Boccali, Renato
2014-09-01
Abstract
Muovendo dalle ultime acquisizioni husserliane relative al Lebenswelt, la fenomenologia di Anna-Teresa Tymieniecka porta a formulazione l’idea di una primigenia ontopoiesi della vita intesa anche come proto-metafisica o ontologia della vita, che permette di dar conto dei processi di auto-individuazione e di differenziazione primordiale di forme nella genesi degli esseri viventi. Questa differenziazione si produce secondo una scala che struttura il «sistema biotico» secondo un ordine ascendente di complessità che dal vegetale passa all’animale per giungere all’umano, ma che muove però da «condizioni prebiotiche». Non potendo tracciare una linea di demarcazione tra le sfere dell’“organico” e dell’“inorganico”, qual è il preciso punto di snodo tra animale e umano? Per rispondere a questa domanda si farà ricorso alle analisi di Merleau-Ponty che, parlando proprio dell’intreccio uomo-animale fa riferimento alle « maschere che nel visibile realizzano queste aderenze primordiali divenute invisibili». Grazie dunque alle maschere, già sintomo dell’umana capacità creatrice, è possibile ritrovare quelle aderenze primordiali poi occultate dalla cultura, aderenze che mostrano l’appartenenza ad un suolo preoriginario, quello della Natura appunto, precategoriale, non-istituito, da cui emergono progressivamente le forme viventi all’apice delle quali troviamo l’essere umano. Le maschere svelano questa co-appartenenza ad una medesima origine pur nella specifica differenziazione, rimandano ad una stessa «carne primordiale». Il rapporto uomo-animalità si rivelerà quindi come non gerarchico ma «laterale», in una sorta di superamento che non elimina la parentela, secondo quella genuina ontopoiesi della vita che Tymieniecka svilupperà con accenti e sfumature particolari.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.