Il presente contributo nasce dall’analisi di alcune esperienze di destination management avviate da un campione di urban destination europee. L’articolo intende cogliere alcune best practices che tali modelli suggeriscono, qui proposte come vere e proprie sfide per realizzare un’effettiva gestione sovraordinata (destination management). La riflessione è declinata per le urban destination, ma di per sé può trovare applicazione anche per altri tipi di località. L’utilità della riflessione è principalmente da mettere in relazione con le difficoltà che le destinazioni italiane spesso mostrano nell’avviare un’effettiva gestione sovraordinata. Si tratta di un grave limite, poiché è principalmente questo livello di management che può farsi carico dello sviluppo di nuovi prodotti, della gestione delle stagionalità, del riposizionamento sul mercato. La riflessione si basa su tre casi, rappresentati dalle città di Barcellona, Berlino e Vienna, letti alla luce del modello dinamico di destination management (Sainaghi, 2006). Le best practice sono identificate lungo la dimensione dell’assetto istituzionalesovraordinato, cioè della struttura di corporate governance della Destination Management Organisation (DMO). Su questo fronte si riportano alcune “provocazioni” che tali modelli suggeriscono, soprattutto circa la struttura finanziaria, i meccanismi di raccolta dei contributi monetari, il rapporto tra politica e gestione, l’ampiezza degli stakeholder da coinvolgere. Una seconda area di riflessione è rappresentata dai processi di metamanagement, cioè dalle attività che la DMO mette in campo. Su questo fronte, i casi europei suggeriscono alcuni chiari orientamenti sulla definizione degli obiettivi, sull’orizzonte temporale, su alcuni accenti che devono caratterizzare i processi operativi e di supporto.
Destination management delle destinazioni urbane: best practice internazionali, 2010.
Destination management delle destinazioni urbane: best practice internazionali
Sainaghi, Ruggero
2010-01-01
Abstract
Il presente contributo nasce dall’analisi di alcune esperienze di destination management avviate da un campione di urban destination europee. L’articolo intende cogliere alcune best practices che tali modelli suggeriscono, qui proposte come vere e proprie sfide per realizzare un’effettiva gestione sovraordinata (destination management). La riflessione è declinata per le urban destination, ma di per sé può trovare applicazione anche per altri tipi di località. L’utilità della riflessione è principalmente da mettere in relazione con le difficoltà che le destinazioni italiane spesso mostrano nell’avviare un’effettiva gestione sovraordinata. Si tratta di un grave limite, poiché è principalmente questo livello di management che può farsi carico dello sviluppo di nuovi prodotti, della gestione delle stagionalità, del riposizionamento sul mercato. La riflessione si basa su tre casi, rappresentati dalle città di Barcellona, Berlino e Vienna, letti alla luce del modello dinamico di destination management (Sainaghi, 2006). Le best practice sono identificate lungo la dimensione dell’assetto istituzionalesovraordinato, cioè della struttura di corporate governance della Destination Management Organisation (DMO). Su questo fronte si riportano alcune “provocazioni” che tali modelli suggeriscono, soprattutto circa la struttura finanziaria, i meccanismi di raccolta dei contributi monetari, il rapporto tra politica e gestione, l’ampiezza degli stakeholder da coinvolgere. Una seconda area di riflessione è rappresentata dai processi di metamanagement, cioè dalle attività che la DMO mette in campo. Su questo fronte, i casi europei suggeriscono alcuni chiari orientamenti sulla definizione degli obiettivi, sull’orizzonte temporale, su alcuni accenti che devono caratterizzare i processi operativi e di supporto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.