Il mio intervento mira a indagare diversi romanzi di lingua inglese in cui il cibo si configura come spazio liminale di identità emergenti, dove i valori sono messi sotto osservazione, le questioni sono definite, le scelte iniziano ad avere delle conseguenze, e dove le identità prendono corpo. L’istinto naturale ad alimentarsi è comune a tutti gli esseri viventi, ma appena questo si tramuta in ‘ricerca’ del cibo e nel suo ‘consumo’, l’istinto è già pratica culturale e politica. E’ mio interesse affrontare il rapporto tra cibo e potere da tre punti di vista: a) la produzione di cibo identificabile con la coesione identitaria in un connubio tra sapere e sapore: la memoria dei gusti della famiglia e della comunità di appartenenza viene raccontata inDahanu Road di Anosh Irani dove il cibo (in particolare il chickoo) e la lingua sono messi sullo stesso piano per raccontare la schiavitù e le origini zoroastriane della comunità Irani; b) la consumazione del cibo come convivialità, conforto e soprattutto confronto: i convivi tra inglesi e indiani sono sempre segnati da un processo di identificazione nel modello di ‘civiltà’ dell’Altro come si evince dalla lettura di A Passage to India di E.M. Forster, Heat and Dust di Ruth Prawer Jhabvala e Last Dance at Dum Dumdi Ayud Khan Dyn; c) lo sfruttamento del cibo come strumento di potere e di dominio identitario: i rapporti tra le caste e il colonialismo inglese sono descritti in Untouchable e Kanthapura per parlare delle limitazioni dell’accesso al cibo in India. Mi sembra di potere dire fin da ora che la ‘dignità’ sarà un motivo centrale in tutta la trattazione.

Food and Power in India: Identity Perspectives in Literatures in English, 2014.

Food and Power in India: Identity Perspectives in Literatures in English

Carbone, Paola
2014-01-01

Abstract

Il mio intervento mira a indagare diversi romanzi di lingua inglese in cui il cibo si configura come spazio liminale di identità emergenti, dove i valori sono messi sotto osservazione, le questioni sono definite, le scelte iniziano ad avere delle conseguenze, e dove le identità prendono corpo. L’istinto naturale ad alimentarsi è comune a tutti gli esseri viventi, ma appena questo si tramuta in ‘ricerca’ del cibo e nel suo ‘consumo’, l’istinto è già pratica culturale e politica. E’ mio interesse affrontare il rapporto tra cibo e potere da tre punti di vista: a) la produzione di cibo identificabile con la coesione identitaria in un connubio tra sapere e sapore: la memoria dei gusti della famiglia e della comunità di appartenenza viene raccontata inDahanu Road di Anosh Irani dove il cibo (in particolare il chickoo) e la lingua sono messi sullo stesso piano per raccontare la schiavitù e le origini zoroastriane della comunità Irani; b) la consumazione del cibo come convivialità, conforto e soprattutto confronto: i convivi tra inglesi e indiani sono sempre segnati da un processo di identificazione nel modello di ‘civiltà’ dell’Altro come si evince dalla lettura di A Passage to India di E.M. Forster, Heat and Dust di Ruth Prawer Jhabvala e Last Dance at Dum Dumdi Ayud Khan Dyn; c) lo sfruttamento del cibo come strumento di potere e di dominio identitario: i rapporti tra le caste e il colonialismo inglese sono descritti in Untouchable e Kanthapura per parlare delle limitazioni dell’accesso al cibo in India. Mi sembra di potere dire fin da ora che la ‘dignità’ sarà un motivo centrale in tutta la trattazione.
2014
cibo, identità, India, Anosh Irani
Food and Power in India: Identity Perspectives in Literatures in English, 2014.
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