Il complesso di Medusa, frutto di una mitologia privata ma radicata nel collettivo, al di sotto dello strato culturale socializzato, ma al di sopra dello strato pulsionale inconscio, ci permette di vivere – secondo Bachelard – l’ambiguità delle immagini di un mondo ontologicamente spalancato sull’abisso e al contempo aperto alla trascendenza del sogno. La rêverie pietrificante che esso produce, rêverie specificatamente terrestre, è espressione di una dinamica del contro che provoca la volontà del soggetto. Le immagini estrovertite della volontà medusante sono immagini violente produttrici di una fossilizzazione ontologica che impone alle immagini la stessa sordità della pietra. Il potere di pietrificazione dipende dallo sguardo e, per estensione, dal volto da cui si irradia. L’immaginazione colpita dal complesso di Medusa non resta, però, vittima del vedere e della forza riflessiva dello sguardo. La volontà di vedere precede la visione, sfugge alla sua passività e cerca proprio quelle immagini che mostrano e allo stesso tempo nascondo “le massicce volontà che lottano al fondo dell’essere.
Il complesso di Medusa o la rêverie pietrificante, 2013.
Il complesso di Medusa o la rêverie pietrificante
Boccali, Renato
2013-01-01
Abstract
Il complesso di Medusa, frutto di una mitologia privata ma radicata nel collettivo, al di sotto dello strato culturale socializzato, ma al di sopra dello strato pulsionale inconscio, ci permette di vivere – secondo Bachelard – l’ambiguità delle immagini di un mondo ontologicamente spalancato sull’abisso e al contempo aperto alla trascendenza del sogno. La rêverie pietrificante che esso produce, rêverie specificatamente terrestre, è espressione di una dinamica del contro che provoca la volontà del soggetto. Le immagini estrovertite della volontà medusante sono immagini violente produttrici di una fossilizzazione ontologica che impone alle immagini la stessa sordità della pietra. Il potere di pietrificazione dipende dallo sguardo e, per estensione, dal volto da cui si irradia. L’immaginazione colpita dal complesso di Medusa non resta, però, vittima del vedere e della forza riflessiva dello sguardo. La volontà di vedere precede la visione, sfugge alla sua passività e cerca proprio quelle immagini che mostrano e allo stesso tempo nascondo “le massicce volontà che lottano al fondo dell’essere.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.