Consumare o risparmiare, spendere o investire non sono azioni scevre dal rischio di comportamenti inintenzionali, irrazionali o contrari alla legge dell’utilità (Kahneman e Tversky, 1979 e 2000; Kahneman, Slovic e Tversky, 1982; Kahneman, Knetsch e Thaler, 1986; Simon, 2000). Ogni consumatore nella vita di tutti i giorni pensa, agisce e prova differenti e articolate emozioni che ne condizionano decisioni e comportamenti. Giudizi e valutazioni risultano essere imprecisi e instabili; le espressioni delle preferenze che sottendono le scelte sono spesso incoerenti e incongruenti; le azioni intraprese raramente riflettono una massimizzazione dell’esito voluto; le strategie decisionali si basano più su sensazioni e intuito che su calcoli razionali e probabilistici. Lo studio intende aprire una riflessione scientifica su tali temi al di là degli assunti della Bounded Rationality (Simon, 1982; Gigerenzer e Selten, 2002; Kahneman, 2003b) verso un approfondimento delle implicazioni emergenti dalla Subjective Rationality (Boudon, 1989). Quanto qui presentato è un’indagine psicologica delle dinamiche dei processi decisionali in scenari di scelta di carattere economico quotidiano, agiti da individui in quanto consumatori e protagonisti di scambi interpersonali veicolati dal denaro. Gli obiettivi che hanno guidato l’argomentazione della problematica in una prospettiva di “coerenza” e non di “sostanza” (Legrenzi, Girotto e Johnson-Laird, 1993) intendono, da un lato, mettere in luce analogie e differenze nei comportamenti decisionali tra esperti e profani delle scelte economiche in contesti familiari e, dall’altro, valutare le forze multilivello di tipo qualitativo presenti nella valutazione dei fattori di scelta in scenari decisionali (Catellani, 1992) per comprendere se le strategie utilizzate da individui con differente grado di expertise siano soggette ad errori comportamentali simili. Il disegno sperimentale ha previsto una prima fase dedicata all’analisi sistematica della letteratura e una seconda duplice fase in cui è stato somministrato un questionario con simulazioni di scelta a un campione di 370 soggetti e una Conjoint Analisys con una serie di scenari decisionali che ha coinvolto un secondo campione, omologo al primo, di 154 soggetti. I risultati ottenuti, da un lato si allineano con quanto emerso in letteratura rispetto alla descrizione dei fallimenti cognitivi motivati dalle differenti modalità specifiche con cui le persone selezionano ed elaborano mentalmente le informazioni (Johnson-Laird, 1983; Thaler, 1985). Dall’altro, lo studio comparativo tra expert e ordinary people ha fatto emergere come non solo i comportamenti di scelta si dividano tra azioni ottimali e azioni subottimali, bensì come decisori con differenti gradi di expertise economica giungano attraverso simili processi mentali (heuristics, errors e biases) a conclusioni differenti. Esperti e Profani, infatti, si distinguono per una differente visione, sistemica o riduzionista, di medesimi scenari e per l’importanza attribuita ai fattori che compongono uno scenario decisionale, sia sul piano simbolico-semantico che logico-matematico, categorizzando in modo più o meno prototipico o restrittivo alcune opzioni a scapito di altre e agendo strategie di valutazione e di utilizzo delle informazioni differenti. Quello che appare distinguere il decisore esperto dal decisore profano è qualcosa che va oltre le abilità cognitive: qualcosa di qualitativamente differente, un’abilità diversa nel modo di organizzare le conoscenze e di individuare e usare le procedure più adeguate a operare su tali organizzazioni. Uno dei limiti del presente studio è sicuramente rappresentato dal setting di ricerca che ha ripercorso strategie ancora troppo vicine ad artificiosi metodi di laboratorio piuttosto che agli strumenti ecologici che permetterebbero un’osservazione diretta del comportamento decisionale, per il quale permarrebbe tuttavia un’intrinseca difficoltà di carattere introspettivo ancora attuale per l’impostazione qui preferita. Tuttavia, la riflessione nata dai risultati ottenuti porta a chiedersi quali siano le azioni possibili per migliorare l’efficacia di un comportamento decisionale che consideri la variabile expertise in attività economiche di carattere quotidiano, quali le strategie di ponderazione delle informazioni sulle opzioni di scelta che permetterebbero una più corretta valutazione degli attributi focali e, infine, cosa qualifichi da un punto di vista psicologico e comportamentale un decisore in quanto esperto nel campo delle decisioni economiche in scambi che hanno come strumento il denaro. Limiti e spunti di riflessione che aprono a un seguito e ad un approfondimento di queste indagini.
Valutazioni e scelte imperfette di fronte al denaro. Prospettive di scenari decisionali in esperti e profani oltre la Bounded Rationality Theory, 2011.
Autori: | Bustreo, Massimo |
Data di pubblicazione: | 2011 |
Titolo: | Valutazioni e scelte imperfette di fronte al denaro. Prospettive di scenari decisionali in esperti e profani oltre la Bounded Rationality Theory |
Luogo di pubblicazione: | Milano |
Nazione editore: | Italy |
Numero di pagine: | 448 |
Revisione (peer review): | comitato scientifico |
Rilevanza: | internazionale |
Lingua: | Italian |
Altre informazioni significative: | Tesi di Dottorato in cotutela con Université de Picardie "Jules Verne" di Amiens (Francia) |
Settore Scientifico Disciplinare: | Settore M-PSI/06 - Psicologia Del Lavoro E Delle Organizzazioni |
Keywords: | Processi decisionali, Money, Economic Behaviour, Expertise, Bounded Theory, Conjoint Analysis |
Abstract: | Consumare o risparmiare, spendere o investire non sono azioni scevre dal rischio di comportamenti inintenzionali, irrazionali o contrari alla legge dell’utilità (Kahneman e Tversky, 1979 e 2000; Kahneman, Slovic e Tversky, 1982; Kahneman, Knetsch e Thaler, 1986; Simon, 2000). Ogni consumatore nella vita di tutti i giorni pensa, agisce e prova differenti e articolate emozioni che ne condizionano decisioni e comportamenti. Giudizi e valutazioni risultano essere imprecisi e instabili; le espressioni delle preferenze che sottendono le scelte sono spesso incoerenti e incongruenti; le azioni intraprese raramente riflettono una massimizzazione dell’esito voluto; le strategie decisionali si basano più su sensazioni e intuito che su calcoli razionali e probabilistici. Lo studio intende aprire una riflessione scientifica su tali temi al di là degli assunti della Bounded Rationality (Simon, 1982; Gigerenzer e Selten, 2002; Kahneman, 2003b) verso un approfondimento delle implicazioni emergenti dalla Subjective Rationality (Boudon, 1989). Quanto qui presentato è un’indagine psicologica delle dinamiche dei processi decisionali in scenari di scelta di carattere economico quotidiano, agiti da individui in quanto consumatori e protagonisti di scambi interpersonali veicolati dal denaro. Gli obiettivi che hanno guidato l’argomentazione della problematica in una prospettiva di “coerenza” e non di “sostanza” (Legrenzi, Girotto e Johnson-Laird, 1993) intendono, da un lato, mettere in luce analogie e differenze nei comportamenti decisionali tra esperti e profani delle scelte economiche in contesti familiari e, dall’altro, valutare le forze multilivello di tipo qualitativo presenti nella valutazione dei fattori di scelta in scenari decisionali (Catellani, 1992) per comprendere se le strategie utilizzate da individui con differente grado di expertise siano soggette ad errori comportamentali simili. Il disegno sperimentale ha previsto una prima fase dedicata all’analisi sistematica della letteratura e una seconda duplice fase in cui è stato somministrato un questionario con simulazioni di scelta a un campione di 370 soggetti e una Conjoint Analisys con una serie di scenari decisionali che ha coinvolto un secondo campione, omologo al primo, di 154 soggetti. I risultati ottenuti, da un lato si allineano con quanto emerso in letteratura rispetto alla descrizione dei fallimenti cognitivi motivati dalle differenti modalità specifiche con cui le persone selezionano ed elaborano mentalmente le informazioni (Johnson-Laird, 1983; Thaler, 1985). Dall’altro, lo studio comparativo tra expert e ordinary people ha fatto emergere come non solo i comportamenti di scelta si dividano tra azioni ottimali e azioni subottimali, bensì come decisori con differenti gradi di expertise economica giungano attraverso simili processi mentali (heuristics, errors e biases) a conclusioni differenti. Esperti e Profani, infatti, si distinguono per una differente visione, sistemica o riduzionista, di medesimi scenari e per l’importanza attribuita ai fattori che compongono uno scenario decisionale, sia sul piano simbolico-semantico che logico-matematico, categorizzando in modo più o meno prototipico o restrittivo alcune opzioni a scapito di altre e agendo strategie di valutazione e di utilizzo delle informazioni differenti. Quello che appare distinguere il decisore esperto dal decisore profano è qualcosa che va oltre le abilità cognitive: qualcosa di qualitativamente differente, un’abilità diversa nel modo di organizzare le conoscenze e di individuare e usare le procedure più adeguate a operare su tali organizzazioni. Uno dei limiti del presente studio è sicuramente rappresentato dal setting di ricerca che ha ripercorso strategie ancora troppo vicine ad artificiosi metodi di laboratorio piuttosto che agli strumenti ecologici che permetterebbero un’osservazione diretta del comportamento decisionale, per il quale permarrebbe tuttavia un’intrinseca difficoltà di carattere introspettivo ancora attuale per l’impostazione qui preferita. Tuttavia, la riflessione nata dai risultati ottenuti porta a chiedersi quali siano le azioni possibili per migliorare l’efficacia di un comportamento decisionale che consideri la variabile expertise in attività economiche di carattere quotidiano, quali le strategie di ponderazione delle informazioni sulle opzioni di scelta che permetterebbero una più corretta valutazione degli attributi focali e, infine, cosa qualifichi da un punto di vista psicologico e comportamentale un decisore in quanto esperto nel campo delle decisioni economiche in scambi che hanno come strumento il denaro. Limiti e spunti di riflessione che aprono a un seguito e ad un approfondimento di queste indagini. |
Abstract: | Consommer ou économiser, dépenser ou investir ne sont pas des actions dépourvues du risque de comportements dénués d’intentionnalité ou de rationalité, voire de comportements contraires à la théorie de l’utilité (Kahneman et Tversky, 1979 et 2000 ; Kahneman, Slovic et Tversky, 1982 ; Kahneman, Knetsch et Thaler, 1986 ; Simon, 2000). Tout consommateur, dans la vie de tous les jours, pense, agit et éprouve des émotions diverses et complexes conditionnant ses décisions et son comportement. Il s’avère que ses jugements et ses évaluations manquent de précision et de stabilité ; l’expression des préférences qui sous-tendent ses choix sont souvent incohérentes et contradictoires ; les actions qu’il déploie reflètent rarement une maximisation du résultat poursuivi ; enfin, ses stratégies de décision se basent davantage sur des sensations et sur l’intuition que sur la raison et sur des calculs de probabilité. Cette étude se propose d’ouvrir une réflexion scientifique sur ces thèmes, en allant au-delà de la Bounded Rationality (Simon, 1982 ; Gigerenzer et Selten, 2002 ; Kahneman, 2003b) et en approfondissant les implications qui émergent de la Subjective Rationality (Boudon, 1989). Ce qui est présenté ici est une enquête psychologique menée dans le domaine des dynamiques des processus décisionnels, au sein de scénarios de choix économiques opérés au quotidien, par des individus agissant en qualité de consommateurs et d’acteurs d’échanges interpersonnels, basés sur l’argent. Les objectifs qui ont guidé l’argumentation de cette problématique, dans une perspective de “cohérence” et non de “substance” (Legrenzi, Girotto et Johnson-Laird, 1993), entendent, d’un côté, mettre en lumière les analogies et les différences entre experts et profanes dans les comportements décisionnels relatifs aux choix économiques, opérés dans des contextes familiaux et, de l’autre, évaluer les forces multiniveau de type qualitatif, présentes dans l’évaluation des facteurs de choix dans des scénarios décisionnels (Catellani, 1992), afin de comprendre si les stratégies utilisées par des individus dotés d’un degré différent d’expertise sont sujettes aux mêmes erreurs comportementales. Le cadre de cette expérience s’articule sur une première phase consacrée à l’analyse systématique de la littérature et sur une seconde phase à double objectif, où l’on a distribué un questionnaire avec des simulations de choix à un échantillon composé de 370 sujets et une Conjoint Analisys comportant une série de scénarios décisionnels qui a impliqué un second groupe échantillon, homologue au premier, de 154 sujets. Les résultats obtenus s’alignent, d’un côté, sur ce qui est ressorti de la littérature, quant à la description des échecs cognitifs dus aux diverses modalités spécifiques par lesquelles les individus sélectionnent et traitent mentalement les informations (Johnson-Laird, 1983 ; Thaler, 1985). De l’autre, l’étude comparative entre expert (experts) et ordinary people (profanes) a montré que non seulement les comportements vis-à-vis des choix se divisent entre actions optimales et actions suboptimales, mais aussi que des décideurs, dotés de différents degrés d’expertise économique parviennent, à travers des processus mentaux semblables (heuristics, errors et biases), à des conclusions différentes. En effet, les experts et les profanes se distinguent par une vision différente – systémique ou réductionniste –, de scénarios semblables, et par l’importance qu’ils attribuent aux facteurs composant un scénario décisionnel, aussi bien sur le plan symbolico-sémantique que sur le plan logico-mathématique, en catégorisant de manière plus ou moins prototypique ou restrictive certaines options au détriment d’autres et en opérant différentes stratégies d’évaluation et d’utilisation des informations. Ce qui semble distinguer le décideur expert du décideur profane, c’est quelque chose qui va au-delà des habiletés cognitives : quelque chose de qualitativement différent, une habileté différente dans la manière d’organiser les connaissances, et de cerner et d’utiliser les procédures les plus aptes à opérer sur ces organisations. Une des limites de cette étude réside sans aucun doute dans le cadre de recherche qui a adopté des stratégies encore trop proches des méthodes spécieuses de laboratoire, plutôt que des stratégies proches d’instruments écologiques qui permettraient une observation directe du comportement décisionnel, pour lequel il resterait toutefois à vaincre une difficulté intrinsèque de caractère introspectif, encore en acte dans la démarche que a été préférée ici. Cependant, la réflexion née des résultats obtenus incite à se demander quelles sont les actions possibles pour améliorer l’efficacité d’un comportement décisionnel qui tienne compte de la variable expertise dans des activités économiques à caractère quotidien ; quel effet produisent les stratégies de pondération des informations sur les options au choix qui permettraient une meilleure évaluation des attributs focaux et, enfin, qu’est-ce qui fait, d’un point de vue psychologique et comportemental, que l’on qualifie un décideur d’expert dans le domaine des décisions économiques; où les échanges reposent sur l’instrument argent. Ce sont là des limites et des pistes de réflexion qui ouvrent la voie à la poursuite et l’approfondissement de ces enquêtes. |
Numero degli autori: | 1 |
Supporto: | A stampa |
Appare nelle tipologie: | 3.01 Monografia o trattato scientifico |