Il dominio umano della musica

The article first reflects on the current possibilities of artificial (computer-based and robotic) emulation of the various fundamental musical activities: composition, performance (improvisation), and listening. Despite the extraordinary progress achieved in recent years, especially in the fields of composition and performance, one limit still appears unattainable: the artificial replication of listening. Listening represents a kind of experience that is at once conscious, subjective, rational, and emotional, a complex combination of features that current human technology is neither able to emulate nor certain it will ever be able to. Moreover, listening also forms the foundation of all other musical activities, thus constituting the core of what is here defined as the authentic human musical experience. The article then examines how the artificial emulation of music was prepared throughout the twentieth century by earlier historical stages of composition, which, though different in form, all moved toward an increasing rationalization of musical material. This rationalization was a necessary precondition for the eventual delegation of creative processes to the machine. In this process, musical material came to be confusedly endowed with a supernatural or superhuman value, ultimately assuming the importance of music itself, even though it was, in reality, merely a means for its creation. Such importance, moreover, is not devoid of religious or socially charged connotations. Finally, the article critically discusses some of the common arguments against the artificial emulation of music, while at the same time reaffirming the possibility that artificial creation might, paradoxically, contribute to expanding the properly human domain of music.

L’articolo riflette anzitutto sulle possibilità odierne del tentativo di emulazione artificiale (informatica e robotica) delle diverse attività musicali fondamentali: composizione esecuzione (improvvisazione) ascolto. Nonostante gli straordinari progressi recenti, riguardanti in specie la composizione e l’esecuzione, un limite sembra invece irraggiungibile: la replica artificiale dell’ascolto. Esso costituisce un tipo di esperienza insieme cosciente, soggettiva, razionale ed emozionale: un complesso di tratti che al momento la tecnologia umana non è in grado di emulare, né sa se potrà mai esserlo. L’ascolto d’altronde sta pure a fondamento delle altre attività musicali, costituendo perciò il nucleo della – qui così definita – autentica esperienza musicale umana. In seguito l’articolo approfondisce il modo in cui l’emulazione artificiale della musica è preparata durante il XX secolo da altri stadi storici della composizione, diversi ma tutti tendenti alla razionalizzazione del materiale musicale, la quale al fine della delega della creazione alla macchina è una condizione indispensabile. In questo processo di razionalizzazione, al materiale viene confusamente attribuito un valore soprannaturale o sopraumano, per cui esso arriva ad assumere l’importanza della musica stessa della creazione della quale in realtà esso non sarebbe che un mezzo. Un’importanza, addirittura, non priva di connotazioni religiose o inerenti al potere sociale. Infine, l’articolo discute criticamente alcuni argomenti diffusi contrari all’emulazione artificiale della musica, e nel contempo rilancia la possibilità che la creazione artificiale possa, paradossalmente, contribuire ad espandere il dominio propriamente umano della musica.