La presente tesi di dottorato nasce da una ricerca volta a indagare i rapporti fra poesia contemporanea e pratiche visuali e installative con un focus sulla poesia del Duemila. L’oggetto della nostra ricerca si inserisce nel più ampio contesto degli studi comparati fra letteratura e arti visive e investe al tempo stesso una serie di questioni storico-critiche, teoriche ed estetiche che ci inducono a riflettere sull’assoluta specificità storica e mediale del fenomeno. A partire dai primi anni Duemila il progressivo emergere di una “poesia installativa”, in particolare (ma non solo) nell’ambito della poesia di ricerca o scrittura di ricerca, testimonia ben presto il configurarsi di una forma paradossale, nella quale elementi per così dire consueti del discorso poetico, e in parte ascrivibili alla tradizione delle avanguardie novecentesche, convivono con anomalie – sia sul piano del genere letterario che su quello estetico e mediale – sino a quel momento inedite. Ci si è dunque interrogati intorno a un duplice ordine di questioni: vi è un problema storico di ricostruzione di una tradizione di rapporti fra poesia e arti visive, ma vi è anche un problema propriamente teorico che riguarda, piuttosto, la possibilità di definizione e interpretazione di una tale tipologia di poesia in quanto forma storica e relazionale. Come tutte le forme letterarie e artistiche, del resto, la poesia installativa è espressione delle mutazioni storico-sociali, antropologiche ed epistemologiche che hanno caratterizzato gli ultimi decenni, e al tempo stesso si fa carico di una serie di istanze pragmatiche e relazionali che si attivano in sede di ricezione, vale a dire durante l’atto di lettura che sancisce l’incontro fra il testo e il suo pubblico. Proprio l’analisi dell’esperienza estetica connessa all’atto di lettura potrebbe rivelarsi decisiva per meglio comprendere la fenomenologia di questa forma letteraria ibrida, nella quale l’elemento partecipativo o interattivo risulta fondante per dischiuderne appieno i molti e stratificati meccanismi di senso. Il primo capitolo si apre pertanto con una ricognizione dell’evoluzione diacronica dei fenomeni di contaminazione verbo-visiva in poesia, in particolare a partire dal secondo Novecento, identificando tre paradigmi orientativi per descrivere tale ibridazione (figurativo, oggettuale, installativo). Il secondo capitolo si concentra su un inquadramento transnazionale delle scritture installative del Duemila definendo, con notazioni storico-critiche ed esempi testuali, le due linee di ascendenza della poesia di ricerca, francese e statunitense. Abbiamo in seguito raccolto e selezionato diversi campioni testuali che potessero assurgere a studi di caso particolarmente significativi per illustrare alcune declinazioni della poesia installativa. Il terzo capitolo è infatti dedicato all’analisi empirica dei campioni testuali selezionati. Il quarto capitolo provvede poi a un inquadramento della poesia installativa nel più ampio contesto del panorama poetico e del dibattito critico contemporaneo (2000-2021), ponendo in evidenza il costituirsi di diversi progetti collettivi nonché il ruolo svolto da alcune importanti antologie. Infine, la proposta teorica che sarà presentata e discussa nel quinto e ultimo capitolo ha previsto l’integrazione metodologica degli strumenti di analisi più strettamente storico-letterari con alcune acquisizioni mutuate dall’estetica della ricezione, dai visual studies e dalla poetica cognitiva. Abbiamo rilevato la presenza di una forma allegorica in senso benjaminiano, dove il contenuto latente sembrerebbe identificarsi con l’insieme dei processi percettivi e cognitivi che scandiscono il nostro essere nel mondo.

Dopo la poesia? Installazioni, esperienza estetica, allegoria nella poesia del Duemila.

CIACO, MARILINA
2022-07-11

Abstract

La presente tesi di dottorato nasce da una ricerca volta a indagare i rapporti fra poesia contemporanea e pratiche visuali e installative con un focus sulla poesia del Duemila. L’oggetto della nostra ricerca si inserisce nel più ampio contesto degli studi comparati fra letteratura e arti visive e investe al tempo stesso una serie di questioni storico-critiche, teoriche ed estetiche che ci inducono a riflettere sull’assoluta specificità storica e mediale del fenomeno. A partire dai primi anni Duemila il progressivo emergere di una “poesia installativa”, in particolare (ma non solo) nell’ambito della poesia di ricerca o scrittura di ricerca, testimonia ben presto il configurarsi di una forma paradossale, nella quale elementi per così dire consueti del discorso poetico, e in parte ascrivibili alla tradizione delle avanguardie novecentesche, convivono con anomalie – sia sul piano del genere letterario che su quello estetico e mediale – sino a quel momento inedite. Ci si è dunque interrogati intorno a un duplice ordine di questioni: vi è un problema storico di ricostruzione di una tradizione di rapporti fra poesia e arti visive, ma vi è anche un problema propriamente teorico che riguarda, piuttosto, la possibilità di definizione e interpretazione di una tale tipologia di poesia in quanto forma storica e relazionale. Come tutte le forme letterarie e artistiche, del resto, la poesia installativa è espressione delle mutazioni storico-sociali, antropologiche ed epistemologiche che hanno caratterizzato gli ultimi decenni, e al tempo stesso si fa carico di una serie di istanze pragmatiche e relazionali che si attivano in sede di ricezione, vale a dire durante l’atto di lettura che sancisce l’incontro fra il testo e il suo pubblico. Proprio l’analisi dell’esperienza estetica connessa all’atto di lettura potrebbe rivelarsi decisiva per meglio comprendere la fenomenologia di questa forma letteraria ibrida, nella quale l’elemento partecipativo o interattivo risulta fondante per dischiuderne appieno i molti e stratificati meccanismi di senso. Il primo capitolo si apre pertanto con una ricognizione dell’evoluzione diacronica dei fenomeni di contaminazione verbo-visiva in poesia, in particolare a partire dal secondo Novecento, identificando tre paradigmi orientativi per descrivere tale ibridazione (figurativo, oggettuale, installativo). Il secondo capitolo si concentra su un inquadramento transnazionale delle scritture installative del Duemila definendo, con notazioni storico-critiche ed esempi testuali, le due linee di ascendenza della poesia di ricerca, francese e statunitense. Abbiamo in seguito raccolto e selezionato diversi campioni testuali che potessero assurgere a studi di caso particolarmente significativi per illustrare alcune declinazioni della poesia installativa. Il terzo capitolo è infatti dedicato all’analisi empirica dei campioni testuali selezionati. Il quarto capitolo provvede poi a un inquadramento della poesia installativa nel più ampio contesto del panorama poetico e del dibattito critico contemporaneo (2000-2021), ponendo in evidenza il costituirsi di diversi progetti collettivi nonché il ruolo svolto da alcune importanti antologie. Infine, la proposta teorica che sarà presentata e discussa nel quinto e ultimo capitolo ha previsto l’integrazione metodologica degli strumenti di analisi più strettamente storico-letterari con alcune acquisizioni mutuate dall’estetica della ricezione, dai visual studies e dalla poetica cognitiva. Abbiamo rilevato la presenza di una forma allegorica in senso benjaminiano, dove il contenuto latente sembrerebbe identificarsi con l’insieme dei processi percettivi e cognitivi che scandiscono il nostro essere nel mondo.
11-lug-2022
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Descrizione: Dopo la poesia? Installazioni, esperienza estetica, allegoria nella poesia del Duemila
Tipologia: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10808/44912
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