L'articolo si propone di ricostruire sinteticamente le caratteristiche dell’apparato scenico pastorale tra Cinque e Seicento. Se il teatro di ambientazione boschereccia, contaminato da elementi sia comici che tragici, riconosce nell’Orfeo di Angelo Poliziano (1480) il prototipo del genere nella variante aristocratica e signorile, la consapevole istituzione letteraria del teatro pastorale si realizza progressivamente nell’Egle (1545) di Giraldi Cinzio e nel Sacrificio (1554) di Agostino Beccari, per confermarsi definitivamente nel sommo esempio dell’Aminta di Torquato Tasso - la cui fortuna scenica si avvia con la rappresentazione tenuta nell’isola di Belvedere sul Po nel 1573 - e si assicura fama europea con il Pastor fido di Giovan Battista Guarini, capolavoro dell’autore ferrarese, rappresentato a Mantova nel 1595. Sono le illustrazioni all’edizione aldina dell’Aminta di Tasso del 1583, la stampa veneziana del Pastor fido di Guarini del 1602 e quella ferrarese della Filli di Sciro di Bonarelli della Rovere del 1607 a contribuire alla definizione delle tappe dell’evoluzione della scena pastorale tra Rinascimento e Barocco. Queste, infatti, possono considerarsi una summa di appunti scenografici destinati, negli anni della massima fioritura del genere, agli allestitori di tutta Italia, che guardavano ormai a Ferrara come all’indiscussa capitale della pastorale.
Figurazione pittorica e figurazione teatrale nella scena pastorale tra Serlio e l'età barocca, 2009.
Figurazione pittorica e figurazione teatrale nella scena pastorale tra Serlio e l'età barocca
Garavaglia, Valentina
2009-01-01
Abstract
L'articolo si propone di ricostruire sinteticamente le caratteristiche dell’apparato scenico pastorale tra Cinque e Seicento. Se il teatro di ambientazione boschereccia, contaminato da elementi sia comici che tragici, riconosce nell’Orfeo di Angelo Poliziano (1480) il prototipo del genere nella variante aristocratica e signorile, la consapevole istituzione letteraria del teatro pastorale si realizza progressivamente nell’Egle (1545) di Giraldi Cinzio e nel Sacrificio (1554) di Agostino Beccari, per confermarsi definitivamente nel sommo esempio dell’Aminta di Torquato Tasso - la cui fortuna scenica si avvia con la rappresentazione tenuta nell’isola di Belvedere sul Po nel 1573 - e si assicura fama europea con il Pastor fido di Giovan Battista Guarini, capolavoro dell’autore ferrarese, rappresentato a Mantova nel 1595. Sono le illustrazioni all’edizione aldina dell’Aminta di Tasso del 1583, la stampa veneziana del Pastor fido di Guarini del 1602 e quella ferrarese della Filli di Sciro di Bonarelli della Rovere del 1607 a contribuire alla definizione delle tappe dell’evoluzione della scena pastorale tra Rinascimento e Barocco. Queste, infatti, possono considerarsi una summa di appunti scenografici destinati, negli anni della massima fioritura del genere, agli allestitori di tutta Italia, che guardavano ormai a Ferrara come all’indiscussa capitale della pastorale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.