Il volume traccia una storia dei commerci internazionali nel Vicino Oriente antico così come ricostruibili attraverso la documentazione soprattutto archeologica dalle prime forme di scambio su lunga distanza nel periodo Neolitico fino al ruolo del commercio nei grandi imperi assiro, babilonese e persiano nel I mill. a.C. Nei primi due capitoli viene affrontato il tema dello scambio nell’antichità da un punto di vista metodologico e teorico, presentando il percorso che l’archeologo deve seguire per ricostruire le strutture e economiche e identificare gli ‘indicatori’ commerciali tra popolazioni distanti e culturalmente diversificate. Sono presi in esame i vari ‘modelli’ e ‘forme’ di scambio (diretto o indiretto, redistribuitivo, reciprocativo, di mercato) ripercorrendo la storia degli studi e facendo il punto sul dibattito attualmente in corso tra gli storici e gli archeologi del Vicino Oriente. I capitoli successivi (3-8) analizzano alcuni casi emblematici o particolarmente ben documentati di commerci su lunga distanza in una prospettiva di sviluppo cronologico, partendo dai traffici mercantili di pietre semi-preziose e oggetti lavorati durante l’età del Bronzo (il lapislazzuli dell’Afghanistan che arriva fino a Ebla in Siria centrale, nel Cap. 3; i vasi in pietra intagliati con figure umane e di animali che si trovano nelle ricchissime tombe del Cimitero reale di Ur ma che provengono dall’Iran Sud-orientale, nel Cap. 4), le grandi rotte marittime dei commerci nel Golfo (Cap. 5) e nel Mediterraneo Orientale (Cap. 7 e 8) o le grandi vie carovaniere percorse dai mercanti assiri che scambiavano stagno e tessuti pregiati in cambio di oro e argento (Cap. 6), fino a chiudere con una panoramica dell’evoluzione dei sistemi commerciali nell’età del Bronzo in una lettura dei processi ‘di lunga durata’ e una presentazione delle nuove ‘frontiere’ del I Mill. a.C. (Fenici e Arabi) (Cap. 9).
Storia e archeologia del commercio nell'Oriente antico, 2008.
Storia e archeologia del commercio nell'Oriente antico
Peyronel, Luca
2008-01-01
Abstract
Il volume traccia una storia dei commerci internazionali nel Vicino Oriente antico così come ricostruibili attraverso la documentazione soprattutto archeologica dalle prime forme di scambio su lunga distanza nel periodo Neolitico fino al ruolo del commercio nei grandi imperi assiro, babilonese e persiano nel I mill. a.C. Nei primi due capitoli viene affrontato il tema dello scambio nell’antichità da un punto di vista metodologico e teorico, presentando il percorso che l’archeologo deve seguire per ricostruire le strutture e economiche e identificare gli ‘indicatori’ commerciali tra popolazioni distanti e culturalmente diversificate. Sono presi in esame i vari ‘modelli’ e ‘forme’ di scambio (diretto o indiretto, redistribuitivo, reciprocativo, di mercato) ripercorrendo la storia degli studi e facendo il punto sul dibattito attualmente in corso tra gli storici e gli archeologi del Vicino Oriente. I capitoli successivi (3-8) analizzano alcuni casi emblematici o particolarmente ben documentati di commerci su lunga distanza in una prospettiva di sviluppo cronologico, partendo dai traffici mercantili di pietre semi-preziose e oggetti lavorati durante l’età del Bronzo (il lapislazzuli dell’Afghanistan che arriva fino a Ebla in Siria centrale, nel Cap. 3; i vasi in pietra intagliati con figure umane e di animali che si trovano nelle ricchissime tombe del Cimitero reale di Ur ma che provengono dall’Iran Sud-orientale, nel Cap. 4), le grandi rotte marittime dei commerci nel Golfo (Cap. 5) e nel Mediterraneo Orientale (Cap. 7 e 8) o le grandi vie carovaniere percorse dai mercanti assiri che scambiavano stagno e tessuti pregiati in cambio di oro e argento (Cap. 6), fino a chiudere con una panoramica dell’evoluzione dei sistemi commerciali nell’età del Bronzo in una lettura dei processi ‘di lunga durata’ e una presentazione delle nuove ‘frontiere’ del I Mill. a.C. (Fenici e Arabi) (Cap. 9).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.