Si tratta di uno studio sulle lezioni pronunciate da Benedetto Varchi nel 1543-44 all'Accademia Fiorentina sul canto XXV del Purgatorio, che contiene il discorso di Stazio sulla formazione dell'anima e del corpo umano. Si risolvono questioni di datazione e viene svolta una recensio dei codici manoscritti; è ricostruito, attraverso l'uso di materiale inedito, il dibattito intellettuale nel quale tali lezioni ebbero luogo e la battaglia culturale condotta da Varchi all'interno dell'Accademia, specificamente in relazione alle letture dantesche di Giovan Battista Gelli; è studiato in particolare l'aristotelismo di Varchi e il suo innovativo approccio alla filologia dantesca; viene portato alla luce, attraverso lo studio dei carteggi inediti, lo stretto rapporto con gli esponenti della nuova medicina rinascimentale, come Andrea Vesalio, le cui dissezioni nel teatro anatomico di Pisa fornirono a Varchi gli elementi per criticare la concezione aristotelica e galenica del corpo umano. Parte integrante del saggio è la pubblicazione di una lezione fino a questo momento inedita, la "Terza lezione sull'anima", che l'autrice trae da un manoscritto conservato nella Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze (Med. Pal. 113). La lezione, dedicata a Pietro di Toledo, è dedicata all'anima sensitiva.
"Sangue perfetto che poi non si beve...": le lezioni di Benedetto Varchi sul canto 25. del Purgatorio, 2005.
"Sangue perfetto che poi non si beve...": le lezioni di Benedetto Varchi sul canto 25. del Purgatorio
Andreoni, Annalisa
2005-01-01
Abstract
Si tratta di uno studio sulle lezioni pronunciate da Benedetto Varchi nel 1543-44 all'Accademia Fiorentina sul canto XXV del Purgatorio, che contiene il discorso di Stazio sulla formazione dell'anima e del corpo umano. Si risolvono questioni di datazione e viene svolta una recensio dei codici manoscritti; è ricostruito, attraverso l'uso di materiale inedito, il dibattito intellettuale nel quale tali lezioni ebbero luogo e la battaglia culturale condotta da Varchi all'interno dell'Accademia, specificamente in relazione alle letture dantesche di Giovan Battista Gelli; è studiato in particolare l'aristotelismo di Varchi e il suo innovativo approccio alla filologia dantesca; viene portato alla luce, attraverso lo studio dei carteggi inediti, lo stretto rapporto con gli esponenti della nuova medicina rinascimentale, come Andrea Vesalio, le cui dissezioni nel teatro anatomico di Pisa fornirono a Varchi gli elementi per criticare la concezione aristotelica e galenica del corpo umano. Parte integrante del saggio è la pubblicazione di una lezione fino a questo momento inedita, la "Terza lezione sull'anima", che l'autrice trae da un manoscritto conservato nella Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze (Med. Pal. 113). La lezione, dedicata a Pietro di Toledo, è dedicata all'anima sensitiva.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.