L’articolo vuole mettere in evidenza le affinità delle concezioni teatrali di Paolo Grassi ma anche le differenze con quelle di Jean Villar, facendo leva maggiormente sull’idea di teatro così come compare negli scritti teorici di Paolo Grassi, a partire dall’indomani della fine della seconda guerra mondiale, quando l’Italia mostra una situazione teatrale (e sociale) molto differente da quella francese. Il nuovo tipo di teatro a cui pensa Grassi s’ispira al concetto di servizio pubblico e s’incarna nella attuazione del Piccolo Teatro di Milano. Contrario alla messa in scena di spettacoli stereotipati, considerati inutili per il pubblico, Grassi intravede una nuova funzione del teatro che trova il suo antecedente nel pensiero gramsciano, già a partire dal 1946 e che lo porta a considerare la politica dei prezzi, ma anche la funzione delle autorità amministrative, soprattutto locali. Questo anche a distanza di anni dal debutto del Piccolo. Infatti nel corso degli anni Sessanta, Grassi mosso dai nuovi fermenti sociali progetta il decentramento del Piccolo che porterà all’istituzione del Teatro Quartiere e a intensificare i rapporti con le scuole, le fabbriche e le aziende, anche attraverso dibattiti e tavole rotonde. In definitiva Grassi qualche anno prima di Vilar, giunge a concepire il teatro come servizio pubblico per tutti ma attenua la componente sociologica più propria di Vilar, che al contrario si muove verso una critica totale del sistema teatrale allora dominante.
Paolo Grassi et Jean Vilar le courage du théâtre: deux expériences européennes, entre économie et connaissance, 2016-04.
Paolo Grassi et Jean Vilar le courage du théâtre: deux expériences européennes, entre économie et connaissance
GARAVAGLIA, VALENTINA
2016-04-01
Abstract
L’articolo vuole mettere in evidenza le affinità delle concezioni teatrali di Paolo Grassi ma anche le differenze con quelle di Jean Villar, facendo leva maggiormente sull’idea di teatro così come compare negli scritti teorici di Paolo Grassi, a partire dall’indomani della fine della seconda guerra mondiale, quando l’Italia mostra una situazione teatrale (e sociale) molto differente da quella francese. Il nuovo tipo di teatro a cui pensa Grassi s’ispira al concetto di servizio pubblico e s’incarna nella attuazione del Piccolo Teatro di Milano. Contrario alla messa in scena di spettacoli stereotipati, considerati inutili per il pubblico, Grassi intravede una nuova funzione del teatro che trova il suo antecedente nel pensiero gramsciano, già a partire dal 1946 e che lo porta a considerare la politica dei prezzi, ma anche la funzione delle autorità amministrative, soprattutto locali. Questo anche a distanza di anni dal debutto del Piccolo. Infatti nel corso degli anni Sessanta, Grassi mosso dai nuovi fermenti sociali progetta il decentramento del Piccolo che porterà all’istituzione del Teatro Quartiere e a intensificare i rapporti con le scuole, le fabbriche e le aziende, anche attraverso dibattiti e tavole rotonde. In definitiva Grassi qualche anno prima di Vilar, giunge a concepire il teatro come servizio pubblico per tutti ma attenua la componente sociologica più propria di Vilar, che al contrario si muove verso una critica totale del sistema teatrale allora dominante.File | Dimensione | Formato | |
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