Il saggio confronta le lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana – in particolare quella che Leone Ginzburg inviò a sua moglie Natalia dal carcere di Regina Coeli il 4 febbraio del 1944 – con i videomessaggi dei prigionieri decapitati dai terroristi di Al Qaeda. Dall’analisi scaturisce una riflessione sulle diverse pratiche di comunicazione testamentaria che i diversi media – letterari o visuali – tendono a favorire tra il morente e i destinatari del suo estremo messaggio. L’ipotesi è che i videomessagi terroristici, scatenando una catastrofe della significazione, inaugurino una nuova era della rappresentazione della morte nella quale l’immagine del morente viene privata della sua capacità di comunicazione simbolica
Gli addii che chi muore manda a chi vive: rappresentazioni tragiche e oscene del morente in letteratura e nei media elettronici, 2014.
Gli addii che chi muore manda a chi vive: rappresentazioni tragiche e oscene del morente in letteratura e nei media elettronici
Scurati, Antonio
2014-01-01
Abstract
Il saggio confronta le lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana – in particolare quella che Leone Ginzburg inviò a sua moglie Natalia dal carcere di Regina Coeli il 4 febbraio del 1944 – con i videomessaggi dei prigionieri decapitati dai terroristi di Al Qaeda. Dall’analisi scaturisce una riflessione sulle diverse pratiche di comunicazione testamentaria che i diversi media – letterari o visuali – tendono a favorire tra il morente e i destinatari del suo estremo messaggio. L’ipotesi è che i videomessagi terroristici, scatenando una catastrofe della significazione, inaugurino una nuova era della rappresentazione della morte nella quale l’immagine del morente viene privata della sua capacità di comunicazione simbolicaI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.