Il Romanticismo si configura per Carducci anche come una specie di rimosso: e il rilievo ha un’evidenza tanto maggiore se si bada alle sue posizioni, pratiche e teoriche, nei confronti della ballata romantica italiana. Il giovanissimo (tra i quindi e diciotto anni) Carducci era stato un autore pratiano-berchettiano, non lontano di fatto dalla tradizione del cattolicesimo liberale. Il suo successivo classicismo non ha del tutto eliminato quel sostrato primario. Tanto più che la simpatia per la poesia tedesca (anche per il suo ballatismo) e per i “romances” spagnoli lo spinge negli anni Settanta-Ottanta verso la traduzione di testi epico-lirici restituiti nella nostra lingua attraverso una metrica che intrattiene un rapporto ambiguo con la tradizione. Se infatti Carducci propugna l’origine popolare della poesia, in lui c’è un rifiuto nettissimo della popolarità positivamente definita: sia la poesia popolare italiana ancora attiva, sia la recente tradizione di un Romanticismo facile, diciamo “pratiano”. Ciononostante, certe sue ballate tarde (soprattutto il “Jaufrè Rudel”) sembrano riprodurre alcune dei più evidenti difetti (e alcuni dei pregi, beninteso) che agivano nelle scritture romantiche – e popolari – da lui tanto aborrite.
Il popolo è altrove: Carducci e la ballata romantica, 2007.
Il popolo è altrove: Carducci e la ballata romantica
Giovannetti, Paolo
2007-01-01
Abstract
Il Romanticismo si configura per Carducci anche come una specie di rimosso: e il rilievo ha un’evidenza tanto maggiore se si bada alle sue posizioni, pratiche e teoriche, nei confronti della ballata romantica italiana. Il giovanissimo (tra i quindi e diciotto anni) Carducci era stato un autore pratiano-berchettiano, non lontano di fatto dalla tradizione del cattolicesimo liberale. Il suo successivo classicismo non ha del tutto eliminato quel sostrato primario. Tanto più che la simpatia per la poesia tedesca (anche per il suo ballatismo) e per i “romances” spagnoli lo spinge negli anni Settanta-Ottanta verso la traduzione di testi epico-lirici restituiti nella nostra lingua attraverso una metrica che intrattiene un rapporto ambiguo con la tradizione. Se infatti Carducci propugna l’origine popolare della poesia, in lui c’è un rifiuto nettissimo della popolarità positivamente definita: sia la poesia popolare italiana ancora attiva, sia la recente tradizione di un Romanticismo facile, diciamo “pratiano”. Ciononostante, certe sue ballate tarde (soprattutto il “Jaufrè Rudel”) sembrano riprodurre alcune dei più evidenti difetti (e alcuni dei pregi, beninteso) che agivano nelle scritture romantiche – e popolari – da lui tanto aborrite.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.