Il rapporto artistico tra Roma e Bisanzio viene indagato in questo volume dal punto di vista del collezionismo. All’indomani della caduta dell’Impero bizantino nelle mani dei Turchi (1453), numerose opere provenienti da Costantinopoli e dai suoi territori finirono sul mercato antiquario e poterono essere acquistate per andare ad arricchire le raccolte di pontefici, cardinali ed eruditi. L’indagine prende avvio proprio da questo momento facendo perno sulla figura emblematica del cardinale Bessarione (un bizantino in Italia), che si batté tenacemente per la sopravvivenza della cultura greca. Passando per numerosi personaggi altrettanto illustri (papa Paolo II, Fulvio Orsini, il cardinale Francesco Barberini, il gesuita Athanasius Kircher, lo storico dell’arte Jean-Baptiste Seroux d’Agincourt) il percorso arriva a toccare le grandi collezioni dei russi presenti a Roma tra XIX e XX secolo: fra queste, la più celebre, quella del conte Grigorij S. Stroganoff. L’Europa di fine Ottocento riscopriva Bisanzio e la sua civiltà artistica e su questo tema nasceva un vivace dibattito storico-critico. In tale contesto, il ruolo dell’Italia risulta per alcuni aspetti all’avanguardia: nel 1905, proprio alle porte di Roma, nell’abbazia di Grottaferrata venne allestita la prima mostra europea interamente dedicata all’arte di Bisanzio. Il volume affronta lo studio del collezionismo bizantino dalle raccolte private aristocratiche e cardinalizie del XV-XIX secolo fino ai musei pubblici e alle collezioni attuali, illustrati analiticamente attraverso il catalogo dei materiali oggi presenti nelle diverse istituzioni romane.
Roma bizantina. Opere d'arte dall'impero di Costantinopoli nelle collezioni romane, 2014-05.
Roma bizantina. Opere d'arte dall'impero di Costantinopoli nelle collezioni romane
Moretti, Simona
2014-05-01
Abstract
Il rapporto artistico tra Roma e Bisanzio viene indagato in questo volume dal punto di vista del collezionismo. All’indomani della caduta dell’Impero bizantino nelle mani dei Turchi (1453), numerose opere provenienti da Costantinopoli e dai suoi territori finirono sul mercato antiquario e poterono essere acquistate per andare ad arricchire le raccolte di pontefici, cardinali ed eruditi. L’indagine prende avvio proprio da questo momento facendo perno sulla figura emblematica del cardinale Bessarione (un bizantino in Italia), che si batté tenacemente per la sopravvivenza della cultura greca. Passando per numerosi personaggi altrettanto illustri (papa Paolo II, Fulvio Orsini, il cardinale Francesco Barberini, il gesuita Athanasius Kircher, lo storico dell’arte Jean-Baptiste Seroux d’Agincourt) il percorso arriva a toccare le grandi collezioni dei russi presenti a Roma tra XIX e XX secolo: fra queste, la più celebre, quella del conte Grigorij S. Stroganoff. L’Europa di fine Ottocento riscopriva Bisanzio e la sua civiltà artistica e su questo tema nasceva un vivace dibattito storico-critico. In tale contesto, il ruolo dell’Italia risulta per alcuni aspetti all’avanguardia: nel 1905, proprio alle porte di Roma, nell’abbazia di Grottaferrata venne allestita la prima mostra europea interamente dedicata all’arte di Bisanzio. Il volume affronta lo studio del collezionismo bizantino dalle raccolte private aristocratiche e cardinalizie del XV-XIX secolo fino ai musei pubblici e alle collezioni attuali, illustrati analiticamente attraverso il catalogo dei materiali oggi presenti nelle diverse istituzioni romane.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.