Nella filosofia di Merleau-Ponty l’ecosistema, in quanto voluminosità totale del mondo, della terra e della Natura si mostra come spazio topologico del visibile, multidimensionale e inglobante. Costituisce la dimora (eco) del mondo amorfo della percezione che dà visibilità all’essere selvaggio o bruto grazie agli scarti e alle pieghe che lo attraversano. Non si tratta di uno spazio liscio e pieno ma di uno spazio topologico, segnato da stratificazioni discontinue e da una pluralità di livelli eterogenei e sovrapposti. Costituisce insomma una superficie ontologica non oggettivabile, un piano preoggettivo irriducibile, una “voluminosità totale” che ci avvolge dando luogo a una vera e propria “cosmologia del visibile” alla cui base si trova un’“unità per nervature” che fonda lo spazio di coappartenenza e di reversibilità. Spazio che una eco-fenomenologia ha il compito di descrivere.
Merleau-Ponty et l’écosystème du visible: pour une phénoménologie de l’espace topologique, 2013.
Autori: | Boccali, Renato |
Data di pubblicazione: | 2013 |
Titolo: | Merleau-Ponty et l’écosystème du visible: pour une phénoménologie de l’espace topologique |
Luogo di pubblicazione: | Paris |
Nazione editore: | France |
Editore: | Presses Universitaires de paris Ouest |
Titolo del libro: | Théories et pratiques écologiques: de l'écologie urbaine à l'imagination environnementale |
Tutti i curatori: | Antonioli, Manola |
ISBN: | 978-2-84016-165-3 |
Pagina iniziale: | 233 |
Pagina finale: | 248 |
Numero di pagine: | 16 |
Revisione (peer review): | comitato scientifico |
Rilevanza: | internazionale |
Lingua: | French |
Settore Scientifico Disciplinare: | Settore M-FIL/01 - Filosofia Teoretica Settore M-FIL/04 - Estetica |
Keywords: | Merleau-Ponty, ecosistema, topologia del visibile, eco-fenomenologia |
Abstract: | Nella filosofia di Merleau-Ponty l’ecosistema, in quanto voluminosità totale del mondo, della terra e della Natura si mostra come spazio topologico del visibile, multidimensionale e inglobante. Costituisce la dimora (eco) del mondo amorfo della percezione che dà visibilità all’essere selvaggio o bruto grazie agli scarti e alle pieghe che lo attraversano. Non si tratta di uno spazio liscio e pieno ma di uno spazio topologico, segnato da stratificazioni discontinue e da una pluralità di livelli eterogenei e sovrapposti. Costituisce insomma una superficie ontologica non oggettivabile, un piano preoggettivo irriducibile, una “voluminosità totale” che ci avvolge dando luogo a una vera e propria “cosmologia del visibile” alla cui base si trova un’“unità per nervature” che fonda lo spazio di coappartenenza e di reversibilità. Spazio che una eco-fenomenologia ha il compito di descrivere. |
Numero degli autori: | 1 |
Supporto: | A stampa |
Appare nelle tipologie: | 2.01 Contributo in volume (Capitolo o Saggio) |