Teatri di confine: il postdrammatico al carcere di Bollate

Prisoners are not outside of society: they were once part of it and will be part of it again in the future. The Italian constitution calls for the re-introduction of those who have served their time and has confidence in the possibility of individual growth and change. In this sense, theater in prisons is one of the most effective means of an “informal” educational model, one which can stimulate the learning process in correctional facilities. This volume is a synthesis of one the many theater experiences in Italy, the activities of the e.s.t.i.a. cooperative at the prison in Bollate, where a theater company consisting mostly of inmates has existed for ten years. Through the playwriting, the workshops and the performances that have been created there, one can understand the importance of theater as a learning tool, in counteracting the isolation and socio-cultural alienation common to correctional facilities and creating a sense of belonging and hope in the future that persist well beyond the brief time that one is on stage.

I detenuti non sono persone fuori dalla società,ne hanno fatto parte e ritorneranno a farne parte. La Costituzione Italiana prevede il reinserimento sociale di chi ha sbagliato, ha fiducia nella possibilità di cambiamento e di evoluzione degli individui. A tale proposito il teatro in carcere rappresenta una delle espressioni più efficaci di un modello educativo “non formale” che può stimolare il percorso rieducativo nei luoghi di detenzione. Questo volume si propone come sintesi di una delle molteplici esperienze teatrali in Italia, l’attività della cooperativa e.s.t.i.a. al carcere di Bollate, dove da dieci anni è presente una compagnia formata in larga parte da detenuti. Attraverso la drammaturgia, i laboratori, le esperienze e le performances che ivi sono nate, è possibile capire il valore pedagogico del teatro al fine di fronteggiare l’isolamento e la marginalità socioculturale propria dei luoghi di pena e creare un senso di appartenenza e una prospettiva destinati a durare ben oltre la breve parentesi di una messinscena.