Una tragedia, un melodramma, un film: Macbeth. Tre autori: William Shakespeare, Giuseppe Verdi, Orson Welles. Una minuta costellazione di testi, ognuno dei quali ospita i testi precedenti, presentandosi come un tessuto di richiami, citazioni, rimozioni non sempre istituiti secondo la logica di una derivazione localizzabile, di un’imitazione volontaria, ma spesso secondo una logica della disseminazione. Più del fatto che un testo tenti di riprodurre/adattare un altro testo, il volume si sofferma sul fatto che ogni testo produce un senso relativamente autonomo nel momento in cui riattiva in tutto o in parte il senso dei testi che sono in esso disseminati, prima di innestare a sua volta del senso in quelli in cui viene successivamente in tutto o in parte disseminato. I tre Macbeth vengono letti come altrettante epifanie di un unico testo, il cui significante, al di là delle metamorfosi che lo investono (dal linguaggio verbale a quello musicale a quello cinematografico), lavora incessantemente su se stesso in relazione a un ristretto numero di nuclei semantici (l'inconscio, il sovrennaturale, il destino). I tre autori vengono colti nell’atto di codificare, decodificare e surcodificare testi, cioè mentre scrivono, leggono e attraversano senza sosta la frontiera tra scrittura e lettura, portando a compimento qualcosa che non è né l’una né l’altra, qualcosa di instabile, di fuggitivo, che riunisce in sé i tratti dell’interpretazione, della citazione e della trasposizione. Ci appaiono cioè come autori-lettori che non solo decifrano, ma accumulano linguaggi, si lasciano instancabilmente attraversare da essi, divenendo a loro volta il luogo e la figura di quell’attraversamento.

La soglia dell'invisibile : percorsi del Macbeth: Shakespeare, Verdi, Welles, 2005.

La soglia dell'invisibile : percorsi del Macbeth: Shakespeare, Verdi, Welles

Vittorini, Fabio
2005-01-01

Abstract

Una tragedia, un melodramma, un film: Macbeth. Tre autori: William Shakespeare, Giuseppe Verdi, Orson Welles. Una minuta costellazione di testi, ognuno dei quali ospita i testi precedenti, presentandosi come un tessuto di richiami, citazioni, rimozioni non sempre istituiti secondo la logica di una derivazione localizzabile, di un’imitazione volontaria, ma spesso secondo una logica della disseminazione. Più del fatto che un testo tenti di riprodurre/adattare un altro testo, il volume si sofferma sul fatto che ogni testo produce un senso relativamente autonomo nel momento in cui riattiva in tutto o in parte il senso dei testi che sono in esso disseminati, prima di innestare a sua volta del senso in quelli in cui viene successivamente in tutto o in parte disseminato. I tre Macbeth vengono letti come altrettante epifanie di un unico testo, il cui significante, al di là delle metamorfosi che lo investono (dal linguaggio verbale a quello musicale a quello cinematografico), lavora incessantemente su se stesso in relazione a un ristretto numero di nuclei semantici (l'inconscio, il sovrennaturale, il destino). I tre autori vengono colti nell’atto di codificare, decodificare e surcodificare testi, cioè mentre scrivono, leggono e attraversano senza sosta la frontiera tra scrittura e lettura, portando a compimento qualcosa che non è né l’una né l’altra, qualcosa di instabile, di fuggitivo, che riunisce in sé i tratti dell’interpretazione, della citazione e della trasposizione. Ci appaiono cioè come autori-lettori che non solo decifrano, ma accumulano linguaggi, si lasciano instancabilmente attraversare da essi, divenendo a loro volta il luogo e la figura di quell’attraversamento.
Italiano
2005
88-430-3257-7
157
13
Italy
Roma
Carocci
A stampa
internazionale
esperti anonimi
Settore L-FIL-LET/14 - Critica Letteraria e Letterature Comparate
1
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