La stagione in cui Piero Bassetti è stato presidente dell’Istituto per le relazioni tra l’Italia, i Paesi dell’Africa, dell’America latina e del Medio oriente (Ipalmo) è stata segnata da una profonda ridefinizione delle relazioni tra Nord e del Sud del mondo. La sua presidenza è infatti iniziata nella primavera del 1976 e si è conclusa nel marzo del 1988. Un arco temporale lungo oltre un decennio, apertosi negli anni delle crisi petrolifere (segnati dall’avvento dei G7 e dalla trasformazione del Movimento dei non allineati), passato attraverso le tensioni della «nuova guerra fredda» e chiusosi idealmente alle soglie della fase finale del bipolarismo. Analizzare le trasformazioni e le attività dell’Ipalmo in quella stagione ci offre una serie di interessanti spunti di riflessione. Innanzi tutto ci permette di rileggere i legami tra politica internazionale e nazionale (compresa la «svolta» del delitto Moro), attraverso la ricostruzione dei lavori e delle plurime attività di un organismo del tutto singolare, in cui attori politici, rappresentanze partitiche, diplomatici, accademici ed esponenti della società civile (cruciale in tal senso fu l’apporto di figure non strettamente organiche come il direttore scientifico Calchi Novati ma anche Marcella Glisenti, Dina Forti, Incisa, Liliana Magrini) si muovevano intorno ad un insolito tavolo di confronto. Questo percorso offre spunti interpretativi non solo sui caratteri del dialogo tra «atlantisti» e «terzomondisti», ma anche sulla concezione della politica estera italiana, sui suoi orizzonti, limiti e specificità. Al contempo questo decennio «lungo» evidenzia un passaggio storico da un impegno terzomondista italiano, forgiatosi nella stagione della decolonizzazione, del Concilio e delle lotte di liberazione, verso una sua graduale «depoliticizzazione» e «tecnicizzazione» che da un lato ha visto indebolirsi i modelli statuali tradizionali dall’altro ha posto al centro del dibattito il tema della cooperazione internazionale, dello sviluppo e del dialogo con le organizzazioni internazionali. L’Ipalmo, sotto la presidenza Bassetti promosse le due conferenze nazionali sulla Cooperazione internazionale del 1981 e del 1985 e svolse un ruolo decisivo nella formulazione della legge 73 del 1986 che portò all’istituzione di un’Agenzia specializzata. Il saggio si basa su fonti inedite e a stampa: in primo luogo le carte conservate nell’Archivio Bassetti (verbali di riunioni, appunti, note, meoriali....), integrati con materiali documentali di altri interlocutori politici di quella stagione (archivio Granelli e archivio Pajetta), con gli articoli della rivista «Politica internazionale», le pubblicazioni e altri materiali dell'archivio dell'Ipalmo. Si è ricorsi anche a fonti orali con interviste ai protagonisti di quell'esperienza (Bassetti, Bonalumi, Calchi Novati).
Le relazioni tra l'Italia e il "terzo mondo": la vicenda dell'Ipalmo, 2011.
Le relazioni tra l'Italia e il "terzo mondo": la vicenda dell'Ipalmo
De Giuseppe, Massimo
2011-01-01
Abstract
La stagione in cui Piero Bassetti è stato presidente dell’Istituto per le relazioni tra l’Italia, i Paesi dell’Africa, dell’America latina e del Medio oriente (Ipalmo) è stata segnata da una profonda ridefinizione delle relazioni tra Nord e del Sud del mondo. La sua presidenza è infatti iniziata nella primavera del 1976 e si è conclusa nel marzo del 1988. Un arco temporale lungo oltre un decennio, apertosi negli anni delle crisi petrolifere (segnati dall’avvento dei G7 e dalla trasformazione del Movimento dei non allineati), passato attraverso le tensioni della «nuova guerra fredda» e chiusosi idealmente alle soglie della fase finale del bipolarismo. Analizzare le trasformazioni e le attività dell’Ipalmo in quella stagione ci offre una serie di interessanti spunti di riflessione. Innanzi tutto ci permette di rileggere i legami tra politica internazionale e nazionale (compresa la «svolta» del delitto Moro), attraverso la ricostruzione dei lavori e delle plurime attività di un organismo del tutto singolare, in cui attori politici, rappresentanze partitiche, diplomatici, accademici ed esponenti della società civile (cruciale in tal senso fu l’apporto di figure non strettamente organiche come il direttore scientifico Calchi Novati ma anche Marcella Glisenti, Dina Forti, Incisa, Liliana Magrini) si muovevano intorno ad un insolito tavolo di confronto. Questo percorso offre spunti interpretativi non solo sui caratteri del dialogo tra «atlantisti» e «terzomondisti», ma anche sulla concezione della politica estera italiana, sui suoi orizzonti, limiti e specificità. Al contempo questo decennio «lungo» evidenzia un passaggio storico da un impegno terzomondista italiano, forgiatosi nella stagione della decolonizzazione, del Concilio e delle lotte di liberazione, verso una sua graduale «depoliticizzazione» e «tecnicizzazione» che da un lato ha visto indebolirsi i modelli statuali tradizionali dall’altro ha posto al centro del dibattito il tema della cooperazione internazionale, dello sviluppo e del dialogo con le organizzazioni internazionali. L’Ipalmo, sotto la presidenza Bassetti promosse le due conferenze nazionali sulla Cooperazione internazionale del 1981 e del 1985 e svolse un ruolo decisivo nella formulazione della legge 73 del 1986 che portò all’istituzione di un’Agenzia specializzata. Il saggio si basa su fonti inedite e a stampa: in primo luogo le carte conservate nell’Archivio Bassetti (verbali di riunioni, appunti, note, meoriali....), integrati con materiali documentali di altri interlocutori politici di quella stagione (archivio Granelli e archivio Pajetta), con gli articoli della rivista «Politica internazionale», le pubblicazioni e altri materiali dell'archivio dell'Ipalmo. Si è ricorsi anche a fonti orali con interviste ai protagonisti di quell'esperienza (Bassetti, Bonalumi, Calchi Novati).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.