Il libro si propone come un’analisi comparata del romanzo sperimentale tra Francia e Italiatra l’inizio degli anni Cinquanta e la fine degli anni Sessanta. L’oggetto di studio è rappresentato da un’area particolare della neoavanguardia italiana, riconducibile al Gruppo 63, definita da R. Barilli come il “polo Butor”. Si tratta di quattro scrittori italiani (Oreste del Buono, Raffaele La Capria, Emilio Tadini, Giuliano Gramigna) che sembrano rappresentare una sorta di “ala moderata” dello sperimentalismo nostrano, idealmente corrispondente al di là delle Alpi alla contrapposizione tra il “rivoluzionario” A. Robbe-Grillet e il più “conservatore” Michel Butor. Indagando romanzi a volte poco conosciuti dal pubblico italiano ogni singolo capitolo del volume si apre con una descrizione meno tecnica e più “divulgativa” in cui si riassumono la trama e il contesto storico. Al di là dell’analisi dei singoli testi (5 autori per 11 romanzi in totale) lo scopo del volume è infatti quello di ricostruire a partire da questi autori un quadro socio-culturale e, soprattutto, un’area della neoavanguardia italiana a cui, sino ad ora, non sono mai stati dedicati studi sistematici.
La retroguardia dell’avanguardia, 2011.
Autori: | Chiurato, Andrea |
Data di pubblicazione: | 2011 |
Titolo: | La retroguardia dell’avanguardia |
Luogo di pubblicazione: | Milano - Udine |
Nazione editore: | Italy |
Editore: | Mimesis Edizioni |
ISBN: | 978-88-5750-860-3 |
Numero di pagine: | 512 |
Revisione (peer review): | nessuno |
Rilevanza: | nazionale |
Lingua: | Italian |
Settore Scientifico Disciplinare: | Settore L-FIL-LET/14 - Critica Letteraria e Letterature Comparate |
Keywords: | Nouveau Roman, Gruppo 63, Linea Butor |
Abstract: | Il libro si propone come un’analisi comparata del romanzo sperimentale tra Francia e Italiatra l’inizio degli anni Cinquanta e la fine degli anni Sessanta. L’oggetto di studio è rappresentato da un’area particolare della neoavanguardia italiana, riconducibile al Gruppo 63, definita da R. Barilli come il “polo Butor”. Si tratta di quattro scrittori italiani (Oreste del Buono, Raffaele La Capria, Emilio Tadini, Giuliano Gramigna) che sembrano rappresentare una sorta di “ala moderata” dello sperimentalismo nostrano, idealmente corrispondente al di là delle Alpi alla contrapposizione tra il “rivoluzionario” A. Robbe-Grillet e il più “conservatore” Michel Butor. Indagando romanzi a volte poco conosciuti dal pubblico italiano ogni singolo capitolo del volume si apre con una descrizione meno tecnica e più “divulgativa” in cui si riassumono la trama e il contesto storico. Al di là dell’analisi dei singoli testi (5 autori per 11 romanzi in totale) lo scopo del volume è infatti quello di ricostruire a partire da questi autori un quadro socio-culturale e, soprattutto, un’area della neoavanguardia italiana a cui, sino ad ora, non sono mai stati dedicati studi sistematici. |
Numero degli autori: | 1 |
Supporto: | A stampa |
Appare nelle tipologie: | 3.01 Monografia o trattato scientifico |