Questo saggio tocca un tema innovativo: la visione che si ebbe in Italia del conflitto religioso che segnò il Messico dal 1926 al 1929. Scavando negli archivi emerge infatti che questo ricevette un'attenzione di gran lunga superiore rispetto alla ben più nota e precedente rivoluzione messicana. Ciò si deve in particolare a due fattori: l'attenzione dei vescovi italiani e della stampa diocesa (in un clima che anticipò le vicende della guerra civile spagnola) da un lato; la presenza di una fitta rete di propagandisti cattolici messicani in Italia. I documenti selezionati, in archivi messicani e italiani, pubblici e privati, possono infatti contribuire ad aprire un dibattito sulla controversa prospettiva con cui nell’Italia cattolica e fascista si guardava alla vicenda della lotta Stato-Chiesa, culminata nella cristiada, nella stagione che precedette e accompagno la fira dei Patti lateranensi. Roma fu infatti sede dell'associazione Vita-México, istituita dalla Liga Defensora de la Libertad Religiosa (l’organismo cattolico messicano più direttamente legato ai ribelli armati cristeros) per sostenere la causa della cristiada in Europa e raccogliere fondi e consensi. Sull’altro fronte Pascual Díaz fu, con l’arcivescovo di Morelia Ruiz y Flores, il più acceso sostenitore di una linea conciliarista con le autorità messicane e i suoi viaggi a Roma furono ripetutamente sabotati dai sostenitori della Liga.
Del "Calles con occhi di fuoco" a "la Guadalupe de Marzabotto". El conflicto religioso mexicano en Italia, 2010.
Del "Calles con occhi di fuoco" a "la Guadalupe de Marzabotto". El conflicto religioso mexicano en Italia
De Giuseppe, Massimo
2010-01-01
Abstract
Questo saggio tocca un tema innovativo: la visione che si ebbe in Italia del conflitto religioso che segnò il Messico dal 1926 al 1929. Scavando negli archivi emerge infatti che questo ricevette un'attenzione di gran lunga superiore rispetto alla ben più nota e precedente rivoluzione messicana. Ciò si deve in particolare a due fattori: l'attenzione dei vescovi italiani e della stampa diocesa (in un clima che anticipò le vicende della guerra civile spagnola) da un lato; la presenza di una fitta rete di propagandisti cattolici messicani in Italia. I documenti selezionati, in archivi messicani e italiani, pubblici e privati, possono infatti contribuire ad aprire un dibattito sulla controversa prospettiva con cui nell’Italia cattolica e fascista si guardava alla vicenda della lotta Stato-Chiesa, culminata nella cristiada, nella stagione che precedette e accompagno la fira dei Patti lateranensi. Roma fu infatti sede dell'associazione Vita-México, istituita dalla Liga Defensora de la Libertad Religiosa (l’organismo cattolico messicano più direttamente legato ai ribelli armati cristeros) per sostenere la causa della cristiada in Europa e raccogliere fondi e consensi. Sull’altro fronte Pascual Díaz fu, con l’arcivescovo di Morelia Ruiz y Flores, il più acceso sostenitore di una linea conciliarista con le autorità messicane e i suoi viaggi a Roma furono ripetutamente sabotati dai sostenitori della Liga.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.