Il volume nasce con l’idea di rileggere le complesse relazioni tra Stato e Chiesa nel Messico di inizio ’900 attraverso lo specchio della questione indigena. Ne scaturisce un percorso articolato che parte dall’epoca liberale del “porfiriato”, attraversa gli eventi rivoluzionari e si concentra sulla fase “ricostruttiva” degli anni Venti, intrecciando storia politica, sociale, culturale e religiosa. In quella stagione di modernizzazione e dispute sul passato, si sviluppò un’azione dirompente da parte dello Stato che arricchì di nuovi elementi, miti e speranze, i progetti di costruzione nazionale ed il confronto-scontro tra centro e “periferie”. Al contempo la Chiesa cattolica cercò di riorganizzarsi, sia sul fronte sociale che missionario, ridefinendo la propria complessità e articolazione. Fu in questo periodo di tensioni esterne e rivoluzioni interne, scontri verbali, leggi radicali, esperimenti sociali, scomuniche, scioperi del culto e lotte armate, che si registrò, in modo forse silenzioso ma sintomatico, il riemergere della questione indigena e la consapevolezza di quanto questa potesse essere cruciale per gli equilibri (ideali e concreti) della nazione. Questa è la chiave di lettura utilizzata per provare a rileggere fenomeni quali il rilancio missionario, il cattolicesimo sociale, lo zapatismo, le rivolte armate, le “missioni culturali” e le politiche di “defanatizzazione”. Chiesa e indigeni erano infatti presenti, nella loro profondissima complessità, su tutti gli scenari verso cui si muoveva l’azione dei governi “rivoluzionari”. La lotta con la Chiesa, culminata nella cristiada, ma non certo riducibile ad essa, il “conflitto educativo”, la nascita di un indigenismo incorporativo, sono fenomeni difficilmente comprensibili se slegati da unquesto contesto in profonda mutazione. Mentre proseguiva la il processo di costruzione della nazione, cresceva silenziosamente anche la consapevolezza che i nodi da risolvere andassero cercati laddove si custodiva il segreto dell’irrisolto confronto tra passato e futuro: nell’anima del “Messico profondo”, con le sue peculiari modalità di conservazione della memoria e di espressione diconfronto con una religiosità antica e spesso incompresa. Il libro è il frutto di una lunga ricerca in archivi poco esplorati che, sulla base di documenti inediti e non, si è trasformata inconsapevolmente in un viaggio alla scoperta della pluriculturalità nascosta della nazione messicana.
Messico 1900-1930. Stato, Chiesa e popoli indigeni, 2007.
Messico 1900-1930. Stato, Chiesa e popoli indigeni
De Giuseppe, Massimo
2007-01-01
Abstract
Il volume nasce con l’idea di rileggere le complesse relazioni tra Stato e Chiesa nel Messico di inizio ’900 attraverso lo specchio della questione indigena. Ne scaturisce un percorso articolato che parte dall’epoca liberale del “porfiriato”, attraversa gli eventi rivoluzionari e si concentra sulla fase “ricostruttiva” degli anni Venti, intrecciando storia politica, sociale, culturale e religiosa. In quella stagione di modernizzazione e dispute sul passato, si sviluppò un’azione dirompente da parte dello Stato che arricchì di nuovi elementi, miti e speranze, i progetti di costruzione nazionale ed il confronto-scontro tra centro e “periferie”. Al contempo la Chiesa cattolica cercò di riorganizzarsi, sia sul fronte sociale che missionario, ridefinendo la propria complessità e articolazione. Fu in questo periodo di tensioni esterne e rivoluzioni interne, scontri verbali, leggi radicali, esperimenti sociali, scomuniche, scioperi del culto e lotte armate, che si registrò, in modo forse silenzioso ma sintomatico, il riemergere della questione indigena e la consapevolezza di quanto questa potesse essere cruciale per gli equilibri (ideali e concreti) della nazione. Questa è la chiave di lettura utilizzata per provare a rileggere fenomeni quali il rilancio missionario, il cattolicesimo sociale, lo zapatismo, le rivolte armate, le “missioni culturali” e le politiche di “defanatizzazione”. Chiesa e indigeni erano infatti presenti, nella loro profondissima complessità, su tutti gli scenari verso cui si muoveva l’azione dei governi “rivoluzionari”. La lotta con la Chiesa, culminata nella cristiada, ma non certo riducibile ad essa, il “conflitto educativo”, la nascita di un indigenismo incorporativo, sono fenomeni difficilmente comprensibili se slegati da unquesto contesto in profonda mutazione. Mentre proseguiva la il processo di costruzione della nazione, cresceva silenziosamente anche la consapevolezza che i nodi da risolvere andassero cercati laddove si custodiva il segreto dell’irrisolto confronto tra passato e futuro: nell’anima del “Messico profondo”, con le sue peculiari modalità di conservazione della memoria e di espressione diconfronto con una religiosità antica e spesso incompresa. Il libro è il frutto di una lunga ricerca in archivi poco esplorati che, sulla base di documenti inediti e non, si è trasformata inconsapevolmente in un viaggio alla scoperta della pluriculturalità nascosta della nazione messicana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.