Vere risonanze elusive: la poetica del compositore Federico Incardona nello specchio di Maldoror riflesso da Bachelard

The musical poetics of the composer Federico Incardona (Palermo, 1958-2006) reveals deep affinities with the Chants de Maldoror by Isidore Ducasse. The method used to identify and analyze these affinities is an inter-disciplinary triangulation, linking music and poetry through the psychological and philosophical reading of the Chants given by Gaston Bachelard in his essay of 1939. The “active” poetry of Lautréamont, his “cinétisme”, his “dynamogénie” are reflected in the Incardonian idea of composition as transmutation of living bodies into sound. This is achieved by a treatment of timbre, articulation and intensity extremely mobile, “alive”, and by a tempo that combines an exhausted slowness with an aggressive, almost animal rapidity. The very act of composition can be conceived, in analogy to hunting, such as “capture” of sounds, in particular thanks to the twelve-tone device. The “complex of Lautréamont” is a phenomenon inextricably psychological and cultural; so also in Incardona adolescence is transformed from existential motive into artistic motif. Starting from the case of Lautréamont, Bachelard formulates a general poetics of metamorphosis, which extends validly in music, especially in the informal writing of Incardona. Finally, Lautréamont is useful to Bachelard for grafting, onto the “living” basis of writing, cultural and intellectual values; Incardona as well, intending music as “night mathematics”, combines construction and expression, emotion and serial structure.

La poetica musicale del compositore Federico Incardona (Palermo, 1958-2006) rivela profonde affinità con i Canti di Maldoror d’Isidore Ducasse. Il metodo utilizzato per individuare e analizzare tali affinità è una triangolazione inter-disciplinare, che collega musica e poesia attraverso la lettura psicologico-filosofica dei Canti data da Gaston Bachelard nel suo saggio del 1939. La poesia “attiva” di Lautréamont, il suo “cinetismo”, la sua “dinamogenia” si rispecchiano nell’idea incardoniana di composizione come trasmutazione dei corpi viventi in suono. Ciò si realizza mediante un trattamento timbrico-articolativo e dinamico estremamente mobile, “vivo”, e un’agogica che ad un’estenuata lentezza coniuga una rapidità aggressiva quasi animale. L’atto stesso compositivo può concepirsi, in analogia alla caccia, come “cattura” dei suoni, segnatamente grazie al dispositivo dodecafonico. Il “complesso di Lautréamont” è un fenomeno inscindibilmente psicologico e culturale; così, pure in Incardona, l'adolescenza si trasforma da movente esistenziale in motivo artistico. A partire dal caso di Lautréamont Bachelard formula una generale poetica della metamorfosi, che in particolare nella scrittura informale d’Incardona si estende validamente in campo musicale. Infine, Lautréamont serve a Bachelard per innestare sulla base “vitale” della scrittura valori culturali e intellettuali; ugualmente Incardona, intendendo la musica come “matematica notturna”, concilia espressione e costruzione, emozione e struttura seriale.