La perdita del narrativo rispecchia, nel novecento, la progressiva scomparsa del senso, che sembra come ritirarsi, nascondersi in anfratti misteriosi e oscuri. Il mondo perde la sua dimensione metafisica e il 'mistero' si allontana fino quasi a scomparire, lasciando l'uomo in balia dell'assurdo, che prende le forme della banalità quotidiana, del balbettio ontologico, del linguaggio del vuoto che funziona meccanicamente, per slogans. In questo quadro desolante, i punti di vista si moltiplicano e si dissolvono in racconti ambigui, la scrittura si fa discontinua, esposta al baratro del silenzio. Il teatro dell'Assurdo dà testimonianza di tutto ciò. Per mostrarlo si è scelto di utilizzare La cantatrice calva di Ionesco, proprio per il suo carattere di anti-pièce.

Ionesco e la "tragedia del linguaggio". Verso una "drammaturgia del frammento", 2002.

Ionesco e la "tragedia del linguaggio". Verso una "drammaturgia del frammento"

Boccali, Renato
2002-01-01

Abstract

La perdita del narrativo rispecchia, nel novecento, la progressiva scomparsa del senso, che sembra come ritirarsi, nascondersi in anfratti misteriosi e oscuri. Il mondo perde la sua dimensione metafisica e il 'mistero' si allontana fino quasi a scomparire, lasciando l'uomo in balia dell'assurdo, che prende le forme della banalità quotidiana, del balbettio ontologico, del linguaggio del vuoto che funziona meccanicamente, per slogans. In questo quadro desolante, i punti di vista si moltiplicano e si dissolvono in racconti ambigui, la scrittura si fa discontinua, esposta al baratro del silenzio. Il teatro dell'Assurdo dà testimonianza di tutto ciò. Per mostrarlo si è scelto di utilizzare La cantatrice calva di Ionesco, proprio per il suo carattere di anti-pièce.
Italiano
2002
Andrea Fioravanti, Renato Boccali, Gaetano Saccoccio
207
210
4
88-8421-054-2
Italy
Roma
nazionale
A stampa
Settore M-FIL/04 - Estetica
Settore L-FIL-LET/14 - Critica Letteraria e Letterature Comparate
1
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