Gli studi sul rapporto tra musica e audiovisivi si sono concentrati prevalentemente sulla relazione tra cinema e colonna sonora3, ma sembrano aver fino ad ora trascurato le funzioni della canzone nei film e nelle serie tv. Per comprenderne i modelli produttivi e le forme narrative, invece, è indispensabile operare una distinzione tra canzone e musiche strumentali, sia preesistenti e adattate come colonna sonora, sia gli score originali, composti appositamente per un film, una serie, un programma, una sigla. La canzone, attraverso le lyrics, aggiunge un livello di significazione che crea forme di racconto uniche. Nei suoi quarant’anni di storia, Hallelujah è comparsa in innumerevoli programmi televisivi, film, spazi digitali: è stata interpretata non solo in decine di cover (da Bob Dylan a Bono, da Céline Dion ad Andrea Bocelli), ma anche da sconosciuti su YouTube, sui social, nei talent show musicali. Attraverso l’esempio di Hallelujah, in queste pagine analizzeremo il modo in cui la canzone può diventare componente essenziale del racconto audiovisivo, adattandosi ai vari spazi mediali, trasformandosi e a sua volta trasformando il medium, come un software che si adatta a diversi hardware (i media e i rispettivi linguaggi): in quanto tale, viene continuamente aggiornata ma, allo stesso tempo, agisce sul funzionamento dell’hardware e del device che lo ospita.
La canzone come software: la vita intermediale di "Hallelujah", 2024-12.
La canzone come software: la vita intermediale di "Hallelujah"
Cardini Daniela;Sibilla Giovanni
2024-12-01
Abstract
Gli studi sul rapporto tra musica e audiovisivi si sono concentrati prevalentemente sulla relazione tra cinema e colonna sonora3, ma sembrano aver fino ad ora trascurato le funzioni della canzone nei film e nelle serie tv. Per comprenderne i modelli produttivi e le forme narrative, invece, è indispensabile operare una distinzione tra canzone e musiche strumentali, sia preesistenti e adattate come colonna sonora, sia gli score originali, composti appositamente per un film, una serie, un programma, una sigla. La canzone, attraverso le lyrics, aggiunge un livello di significazione che crea forme di racconto uniche. Nei suoi quarant’anni di storia, Hallelujah è comparsa in innumerevoli programmi televisivi, film, spazi digitali: è stata interpretata non solo in decine di cover (da Bob Dylan a Bono, da Céline Dion ad Andrea Bocelli), ma anche da sconosciuti su YouTube, sui social, nei talent show musicali. Attraverso l’esempio di Hallelujah, in queste pagine analizzeremo il modo in cui la canzone può diventare componente essenziale del racconto audiovisivo, adattandosi ai vari spazi mediali, trasformandosi e a sua volta trasformando il medium, come un software che si adatta a diversi hardware (i media e i rispettivi linguaggi): in quanto tale, viene continuamente aggiornata ma, allo stesso tempo, agisce sul funzionamento dell’hardware e del device che lo ospita.File | Dimensione | Formato | |
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