Nel saggio, dedicato all’analisi dei meccanismi creatori della società, viene ripreso Freud e riportata la sua ipotesi di un parricidio primordiale come atto fondatore (1.1.a). Anche Girard pone all’origine delle società un’uccisione. Ma, in questo caso, non si tratta del padre. La vittima può essere un uomo, un re o una divinità scelta come capro espiatorio per orientare la violenza primordiale di tutti contro tutti, nella lotta sorta per soddisfare i desideri mimetici che ci spingono ad agire. Così, si pone fine alla catena di vendette che lacerano il gruppo, si ristabilisce la pace e si può creare la società. Per questo suo ruolo, la vittima sacrificale diviene sacra (1.2.a). Alberoni, riprendendo lo schema triangolare di Girard, spiega come l’invidia individuale possa diventare violenza collettiva (1.3.a). Osserva però che, se la teoria di Girard è utile a spiegare la scomparsa della conflittualità che impedi-sce ogni forma di convivenza sociale, non è altrettanto efficace a spiegare perché nascono le leggi e le istituzioni. Per farlo, occorre servirsi dello ‘stato nascente’ (1.3.b). Questo, infatti, genera i movimenti da cui nascono le istituzioni. Alberoni precisa però che, se questo è vero per le civilizzazioni culturali occidentali, esistono anche delle civiltà che non traggono origine dai movimenti. Questi vi si manifestano ugualmente, come i fenomeni di stato nascente dell’innamoramento, presenti in ogni epoca e società (1.3.c). Ma, conclude Alberoni, nonostante l’importanza che i movimenti hanno avuto nella fondazione delle società occidentali, il pensiero anglosassone è restio a riconoscerli come origine delle istituzioni. E questo per diverse cause storiche che l’autore elenca nell’ultima parte del capitolo (1.3.d).

Le origini della società: violenza, patto e movimenti, 2001.

Le origini della società: violenza, patto e movimenti

Scramaglia, Rosantonietta
2001-01-01

Abstract

Nel saggio, dedicato all’analisi dei meccanismi creatori della società, viene ripreso Freud e riportata la sua ipotesi di un parricidio primordiale come atto fondatore (1.1.a). Anche Girard pone all’origine delle società un’uccisione. Ma, in questo caso, non si tratta del padre. La vittima può essere un uomo, un re o una divinità scelta come capro espiatorio per orientare la violenza primordiale di tutti contro tutti, nella lotta sorta per soddisfare i desideri mimetici che ci spingono ad agire. Così, si pone fine alla catena di vendette che lacerano il gruppo, si ristabilisce la pace e si può creare la società. Per questo suo ruolo, la vittima sacrificale diviene sacra (1.2.a). Alberoni, riprendendo lo schema triangolare di Girard, spiega come l’invidia individuale possa diventare violenza collettiva (1.3.a). Osserva però che, se la teoria di Girard è utile a spiegare la scomparsa della conflittualità che impedi-sce ogni forma di convivenza sociale, non è altrettanto efficace a spiegare perché nascono le leggi e le istituzioni. Per farlo, occorre servirsi dello ‘stato nascente’ (1.3.b). Questo, infatti, genera i movimenti da cui nascono le istituzioni. Alberoni precisa però che, se questo è vero per le civilizzazioni culturali occidentali, esistono anche delle civiltà che non traggono origine dai movimenti. Questi vi si manifestano ugualmente, come i fenomeni di stato nascente dell’innamoramento, presenti in ogni epoca e società (1.3.c). Ma, conclude Alberoni, nonostante l’importanza che i movimenti hanno avuto nella fondazione delle società occidentali, il pensiero anglosassone è restio a riconoscerli come origine delle istituzioni. E questo per diverse cause storiche che l’autore elenca nell’ultima parte del capitolo (1.3.d).
Italiano
2001
Scramaglia, Rosantonietta
Meccanismi: innamoramento, istituzioni e vita quotidiana
101
133
33
88-7695-196-2
Italy
Milano
comitato scientifico
nazionale
A stampa
Settore SPS/07 - Sociologia Generale
1
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10808/5658
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