Dialogo intermediale ed esperienze di pensiero: risvolti pragmatici della transfinzionalità

The article is in the field of pragmatics of literature and makes use of two basic concepts: thought experience and intermedial dialogue. The first pertains to the cognitive value of fictional narratives, while the second specifically concerns transfictionality. After an introduction aimed at resuming the connection between literature and thought experience, we reflect on the role of intermedial dialogue in relation to the cognitive power of literature. The conclusion is that the pragmatic scope of literature is enhanced when it combines reality modeling with a recognition mechanism that activates thought experience. In other words, intellectual reflection is more effective when it is triggered by a distancing process that, by interrupting the tendency toward identification, leads to the juxtaposition of different value systems—a necessary step to initiate a utilisation that goes beyond conditioning. This contrast occurs when something already known is observed from a new perspective through intermedial dialogue. Thus, a virtuous circle is created, attributed precisely to the use of transfictionality. Furthermore, it could be argued that if the mechanism of identification favors unconscious conditioning, its opposite, i.e. distancing - obtained thanks to the highlighting of the fictitious, artificial character, and therefore also to the recognition of the hypotext - stimulates the experience of thought, with what it implies on a value level.

L’articolo si situa nel campo della pragmatica della letteratura e si avvale di due concetti basilari: l’esperienza di pensiero e il dialogo intermediale. Il primo pertiene al valore cognitivo delle narrazioni finzionali, il secondo concerne nello specifico la transfinzionalità. Dopo un’introduzione volta a riprendere il nesso fra letteratura ed esperienza di pensiero, si riflette sul ruolo del dialogo intermediale in relazione al potere cognitivo della letteratura giungendo alla conclusione che la portata pragmatica letteratura è favorita laddove si unisca alla modellizzazione della realtà un meccanismo di riconoscimento grazie al quale si attiva l’esperienza di pensiero. In altri termini, la riflessione intellettuale sarà tanto più efficace quanto più essa risulta attivata da un processo di distanziamento che, interrompendo la tendenza all’identificazione, conduca a mettere in contrasto sistemi valoriali diversi: passaggio indispensabile per innescare una fruizione che esuli dal condizionamento. Questo contrasto si attua quando si osserva da una prospettiva nuova qualcosa di già noto, tramite il dialogo intermediale. Si produce così un circolo virtuoso che dobbiamo, appunto, alla fruizione della transfinzionalità. E potremmo spingerci anche oltre, affermando che se il meccanismo dell’identificazione favorisce il condizionamento inconscio, il suo opposto, cioè il distanziamento – ottenuto grazie alla messa in rilievo del carattere fittizio, artificioso, e quindi anche al riconoscimento dell’ipotesto – stimola l’esperienza di pensiero, con ciò che essa implica sul piano valoriale.