Il libro di cui si è discusso contiene un’analisi sociale articolata in cui si tenta di studiare il Sistema moda facendo dialogare gli aspetti culturali con quelli socio-economici. Per tale ragione la parte più interessante del libro si rivela essere lo studio della classe media italiana, sempre letta attraverso la lente delle sue estetiche, dei suoi consumi e del suo abbigliamento. Il filo conduttore è una documentata analisi storica che parte con una digressione sulla vita di corte, ove il codice vestimentario era parte fondamentale dell’etichetta – un insieme di regole e consuetudini funzionali alla vita in comune – passa per la rivoluzione industriale e la conseguente ascesa della classe borghese e giunge sino alla seconda metà del Novecento, quando un nuovo sistema produttivo e un differente modello di business si sposano con i mutamenti della struttura sociale e del mercato. L’occhio dell’autore si sofferma in particolare sulla nascita di un modello di società che definisce “neoaristocratico” in cui una super élite dedita alle suggestioni dell’iperlusso confligge con una moltitudine low cost che dispone di un maggiore numero di scelte di consumo, ma meno qualificanti. Rispetto a questo scenario di difficile interpretazione Barile suggerisce alle istituzioni e alle imprese del settore di tornare ad interessarsi alla “cultura della moda” perché il made in italy sta correndo il rischio di trasformarsi in un mero feticcio. Per risollevarne le sorti occorre ridefinire i valori di questo meta brand e puntare su creatività e comunicazione come fattori d’innovazione e di ricchezza per il sistema moda.
Sistema moda: oggetti, strategie e simboli: dall'iperlusso alla società low cost, 2011-05.
Sistema moda: oggetti, strategie e simboli: dall'iperlusso alla società low cost
Barile, Nello
2011-05-01
Abstract
Il libro di cui si è discusso contiene un’analisi sociale articolata in cui si tenta di studiare il Sistema moda facendo dialogare gli aspetti culturali con quelli socio-economici. Per tale ragione la parte più interessante del libro si rivela essere lo studio della classe media italiana, sempre letta attraverso la lente delle sue estetiche, dei suoi consumi e del suo abbigliamento. Il filo conduttore è una documentata analisi storica che parte con una digressione sulla vita di corte, ove il codice vestimentario era parte fondamentale dell’etichetta – un insieme di regole e consuetudini funzionali alla vita in comune – passa per la rivoluzione industriale e la conseguente ascesa della classe borghese e giunge sino alla seconda metà del Novecento, quando un nuovo sistema produttivo e un differente modello di business si sposano con i mutamenti della struttura sociale e del mercato. L’occhio dell’autore si sofferma in particolare sulla nascita di un modello di società che definisce “neoaristocratico” in cui una super élite dedita alle suggestioni dell’iperlusso confligge con una moltitudine low cost che dispone di un maggiore numero di scelte di consumo, ma meno qualificanti. Rispetto a questo scenario di difficile interpretazione Barile suggerisce alle istituzioni e alle imprese del settore di tornare ad interessarsi alla “cultura della moda” perché il made in italy sta correndo il rischio di trasformarsi in un mero feticcio. Per risollevarne le sorti occorre ridefinire i valori di questo meta brand e puntare su creatività e comunicazione come fattori d’innovazione e di ricchezza per il sistema moda.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.