“Il primo postulato dovrebbe essere questo: non è affatto ovvio che l’uomo possa esistere” (Blumenberg). Muovendo da questa tesi radicale dell’antropologia filosofica novecentesca riguardo alla “povertà biologica” della specie umana, il saggio di Scurati affronta il nodo che de sempre avvince letteratura e violenza. Attraverso un serrato confronto con la filosofia, la teoria letteraria e le scienze sociali, il libro individua l’essenziale della parola letteraria nel contributo che la sua componente retorica e comunicativa fornisce alla lotta interminabile con cui la specie umana – costantemente sottoposta alla minaccia di autoestinzione – tenta faticosamente di mantenersi in vita. Questo percorso conduce a una revisione profonda della storia culturale degli ultimi due secoli e a un’ipotesi originale riguardo al mutamento epocale che stiamo vivendo: il secolo neo-retorico appena inaugurato sarebbe più “antico”, e più atavico, di quello che lo ha preceduto. La letteratura – apparentemente minacciata dall’egemonia dei media elettronici – non si troverebbe affatto “in pericolo”, secondo quanto sostengono i passatisti. Sarebbe, anzi, quanto mai attuale poiché a essere in pericolo, come sempre, sarebbe la specie umana
Letteratura e sopravvivenza. La retorica letteraria di fronte alla violenza, 2012-04.
Letteratura e sopravvivenza. La retorica letteraria di fronte alla violenza
Scurati, Antonio
2012-04-01
Abstract
“Il primo postulato dovrebbe essere questo: non è affatto ovvio che l’uomo possa esistere” (Blumenberg). Muovendo da questa tesi radicale dell’antropologia filosofica novecentesca riguardo alla “povertà biologica” della specie umana, il saggio di Scurati affronta il nodo che de sempre avvince letteratura e violenza. Attraverso un serrato confronto con la filosofia, la teoria letteraria e le scienze sociali, il libro individua l’essenziale della parola letteraria nel contributo che la sua componente retorica e comunicativa fornisce alla lotta interminabile con cui la specie umana – costantemente sottoposta alla minaccia di autoestinzione – tenta faticosamente di mantenersi in vita. Questo percorso conduce a una revisione profonda della storia culturale degli ultimi due secoli e a un’ipotesi originale riguardo al mutamento epocale che stiamo vivendo: il secolo neo-retorico appena inaugurato sarebbe più “antico”, e più atavico, di quello che lo ha preceduto. La letteratura – apparentemente minacciata dall’egemonia dei media elettronici – non si troverebbe affatto “in pericolo”, secondo quanto sostengono i passatisti. Sarebbe, anzi, quanto mai attuale poiché a essere in pericolo, come sempre, sarebbe la specie umanaI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.