La memoria come espressione del pensiero sociale cristallizza forme diversificate dell’identità collettiva. È una componente di qualsiasi processo culturale di lungo periodo: quasi tutti i fenomeni (storiografici, letterari, monumentali) ad essa legati sono frutto di un’elaborazione i cui segni assumono precisi significati simbolici. L’opera d’arte come simbolo agente, cambia l’uomo e il suo mondo, tramite diversificazioni e gradi di complessità. Tanto più il processo creativo è caratterizzato da rapporti funzionali, dati dall’artista e dalla committenza, quanto più i segni investono un ampio sistema di coordinate socio-culturali. Christian Boltanski nelle sue numerose installazioni va oltre la poetica della pura e semplice creazione artistica, facendo confluire nella sua opera una molteplicità di energie, di transizioni fluttuanti in un’infinità di sfumature. I materiali, gli oggetti trovati, relitti di eventi tragici della storia del ‘900 a volte enigmatici, rappresentano e interrogano lo spettatore. Essi formano una totalità che oltrepassa la semplice somma delle sue componenti, richiamano pensieri, esperienze passate, storie umane, fanno riaffiorare memorie empatiche, nel definire una gamma di percezioni conoscitive. Il saggio indaga criticamente il recupero delle esperienze traumatiche materializzate da Boltanski in due contesti specifici: la Missing House di Berlino (1990) e il Museo della memoria di Ustica a Bologna (2007).

Christian Boltanski: Missing House a Berlino e il Museo della Memoria di Ustica a Bologna. Il volto assente della memoria, 2023-01.

Christian Boltanski: Missing House a Berlino e il Museo della Memoria di Ustica a Bologna. Il volto assente della memoria

Casini, Tommaso
;
Campagna, Eirene
2023-01-01

Abstract

La memoria come espressione del pensiero sociale cristallizza forme diversificate dell’identità collettiva. È una componente di qualsiasi processo culturale di lungo periodo: quasi tutti i fenomeni (storiografici, letterari, monumentali) ad essa legati sono frutto di un’elaborazione i cui segni assumono precisi significati simbolici. L’opera d’arte come simbolo agente, cambia l’uomo e il suo mondo, tramite diversificazioni e gradi di complessità. Tanto più il processo creativo è caratterizzato da rapporti funzionali, dati dall’artista e dalla committenza, quanto più i segni investono un ampio sistema di coordinate socio-culturali. Christian Boltanski nelle sue numerose installazioni va oltre la poetica della pura e semplice creazione artistica, facendo confluire nella sua opera una molteplicità di energie, di transizioni fluttuanti in un’infinità di sfumature. I materiali, gli oggetti trovati, relitti di eventi tragici della storia del ‘900 a volte enigmatici, rappresentano e interrogano lo spettatore. Essi formano una totalità che oltrepassa la semplice somma delle sue componenti, richiamano pensieri, esperienze passate, storie umane, fanno riaffiorare memorie empatiche, nel definire una gamma di percezioni conoscitive. Il saggio indaga criticamente il recupero delle esperienze traumatiche materializzate da Boltanski in due contesti specifici: la Missing House di Berlino (1990) e il Museo della memoria di Ustica a Bologna (2007).
Italiano
gen-2023
set-2022
Wunderkammer. Segno e memoria
52
62
10
9788836650651
Italy
SilvanaEditoriale
internazionale
A stampa
Settore L-ART/04 - Museologia e Critica Artistica e del Restauro
2
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