Alessandro Verri opponeva la filosofia “mansueta” di David Hume all’“entusiasmo” intollerante, tipico del fanatismo religioso e di alcuni philosophes. Alessandro, a differenza di altri illuministi italiani e francesi, leggeva Hume e lo leggeva in inglese, come mostrano i due frammenti “Del grand’essere” e “Del caso”, della seconda metà del 1768 (pubblicati per la prima volta in edizione critica da E. Mazza, G. Mori e S. Rosini) dove Alessandro argomenta insieme all’ateo. Come Pietro Verri e Voltaire, anche Alessandro riconosce esplicitamente l’importanza del saggio “ateo” di Hume “Of a particular providence and of a future state”, che legge e cita in originale, come esempio di demolizione definitiva dell’argomento dell’ordine dell’universo in favore dell’esistenza di Dio e dei suoi attributi. Poi, dopo averne celebrato l’argomentazione, Alessandro avanza una risposta debole. Ci crede, oppure ancora una volta si tratta di una esibizione di ateismo (più dissimulato che inconsapevole), nascosto dietro l’attacco ai philosophes, che coesiste con una difesa conservatrice del ruolo della Chiesa? È un caso di “ateismo clericale”?
Alessandro Verri, David Hume e il "grand'essere", 2021.
Alessandro Verri, David Hume e il "grand'essere"
Mazza, Emilio;
2021-01-01
Abstract
Alessandro Verri opponeva la filosofia “mansueta” di David Hume all’“entusiasmo” intollerante, tipico del fanatismo religioso e di alcuni philosophes. Alessandro, a differenza di altri illuministi italiani e francesi, leggeva Hume e lo leggeva in inglese, come mostrano i due frammenti “Del grand’essere” e “Del caso”, della seconda metà del 1768 (pubblicati per la prima volta in edizione critica da E. Mazza, G. Mori e S. Rosini) dove Alessandro argomenta insieme all’ateo. Come Pietro Verri e Voltaire, anche Alessandro riconosce esplicitamente l’importanza del saggio “ateo” di Hume “Of a particular providence and of a future state”, che legge e cita in originale, come esempio di demolizione definitiva dell’argomento dell’ordine dell’universo in favore dell’esistenza di Dio e dei suoi attributi. Poi, dopo averne celebrato l’argomentazione, Alessandro avanza una risposta debole. Ci crede, oppure ancora una volta si tratta di una esibizione di ateismo (più dissimulato che inconsapevole), nascosto dietro l’attacco ai philosophes, che coesiste con una difesa conservatrice del ruolo della Chiesa? È un caso di “ateismo clericale”?File | Dimensione | Formato | |
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