Le pressioni esercitate sulla notte, che cristallizzano questioni economiche, politiche, ambientali e sociali fondamentali, aumentano sempre più. Le società ridefiniscono profondamente i propri ritmi nictemerali e le attività umane si spostano progressivamente verso la notte ricomponendo nuovi spazi per il lavoro e il tempo libero. Emancipandosi dai vincoli naturali, le nostre metropoli si animano sotto l’influenza di stili di vita sempre più desincronizzati, di orari di lavoro più brevi e di nuove tecnologie di illuminazione e comunicazione. Negli ultimi trent’anni circa, la notte è stata gradualmente colonizzata dalle attività umane e l’esito di questo movimento di espansione oltre i limiti del giorno, è che la notte si è imposta nell’attualità del giorno per i migliori accadimenti (feste, eventi, ecc.) così come per i peggiori (violenza urbana, conflitti, insicurezza...). Dopo i lavori pionieristici della fine degli anni Novanta è emerso, e ha preso forma, un nuovo campo di ricerca, quello dei “Night studies”, che riunisce storici, geografi, urbanisti, sociologi, economisti, antropologi, etnologi, filosofi, biologi, specialisti della cultura e della comunicazione, politologi, architetti, artisti e professionisti. In tutto il mondo si moltiplicano convegni, seminari, ricerche, tesi e mostre che esplorano, spesso in modo interdisciplinare, i limiti della notte urbana, la colonizzazione, l’insicurezza, la governance, le politiche pubbliche, lo sviluppo, la qualità della vita, la convivenza, i progetti di illuminazione, il paesaggio, la mobilità, le rappresentazioni, la cartografia, l’innovazione, il marketing.
Ouvrir les nuits, 2020.
Ouvrir les nuits
M. Maggioli
;
2020-01-01
Abstract
Le pressioni esercitate sulla notte, che cristallizzano questioni economiche, politiche, ambientali e sociali fondamentali, aumentano sempre più. Le società ridefiniscono profondamente i propri ritmi nictemerali e le attività umane si spostano progressivamente verso la notte ricomponendo nuovi spazi per il lavoro e il tempo libero. Emancipandosi dai vincoli naturali, le nostre metropoli si animano sotto l’influenza di stili di vita sempre più desincronizzati, di orari di lavoro più brevi e di nuove tecnologie di illuminazione e comunicazione. Negli ultimi trent’anni circa, la notte è stata gradualmente colonizzata dalle attività umane e l’esito di questo movimento di espansione oltre i limiti del giorno, è che la notte si è imposta nell’attualità del giorno per i migliori accadimenti (feste, eventi, ecc.) così come per i peggiori (violenza urbana, conflitti, insicurezza...). Dopo i lavori pionieristici della fine degli anni Novanta è emerso, e ha preso forma, un nuovo campo di ricerca, quello dei “Night studies”, che riunisce storici, geografi, urbanisti, sociologi, economisti, antropologi, etnologi, filosofi, biologi, specialisti della cultura e della comunicazione, politologi, architetti, artisti e professionisti. In tutto il mondo si moltiplicano convegni, seminari, ricerche, tesi e mostre che esplorano, spesso in modo interdisciplinare, i limiti della notte urbana, la colonizzazione, l’insicurezza, la governance, le politiche pubbliche, lo sviluppo, la qualità della vita, la convivenza, i progetti di illuminazione, il paesaggio, la mobilità, le rappresentazioni, la cartografia, l’innovazione, il marketing.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Ouvrir les nuits.pdf
Non accessibile
Descrizione: Ouvrir les nuits
Dimensione
290.9 kB
Formato
Adobe PDF
|
290.9 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.