Il confronto tra due mondi separati da un netto scarto ontologico o ideologico è stato sin dagli albori della modernità uno dei temi prediletti della fantascienza, riproponendosi in forme e modalità quanto mai variegate. Tale “scarto differenziale”, come giustamente sottolineato da D. Suvin, non può essere tuttavia compreso se non in termini storici e dialettici, dal momento che implica invariabilmente un soggetto, o meglio un’autoimmagine rispetto a cui l’Altrove viene percepito quale espressione di valori, istanze culturali “altre” rispetto alle proprie. Lo straniamento assume in quest’ottica una funzione critica di riflessione sulle modalità di costruzione del Sé e, più in generale, dell’episteme entro cui l’individuo si trova ad agire e rispetto al quale definisce la propria identità. Il presente contributo si propone di indagare questa suggestiva tematica a partire da due testi particolarmente significativi: Exhibit Piece (1954), uno dei primi racconti in cui P. K. Dick sperimenta il concetto di realtà alternativa, elemento portante nella sua originale reinterpretazione dei canoni della sci fi della Golden Age; e il suo recente adattamento televisivo Real Life, quinto dei dieci episodi della serie Philip K. Dick’s Electric Dreams (2017-2018). La comparazione tra le due opere intende evidenziare come l’operazione di riscrittura abbia riformulato le esplicite connotazioni politico-ideologiche dell’ipotesto – emblematica rappresentazione dell’America maccartista e xenofoba – in una riflessione metanarrativa sulla stereotipata rappresentazione dei ruoli “di genere” (uomo-donna) nella tradizione della science fiction. Uno slittamento alquanto curioso che, se da un lato evidenzia le note problematiche poste da ogni processo di traduzione intersemiotica, dall’altro invita a riflettere sulle ragioni di una simile trasformazione, o meglio su come persino la medesima “storia” si trovi di volta in volta a (ri)definire lo scarto differenziale alla luce di una cornice storica radicalmente mutata.
L’Altra metà: sdoppiamenti, simulacri e finzioni in P.K. Dick, 2019.
L’Altra metà: sdoppiamenti, simulacri e finzioni in P.K. Dick
Chiurato, Andrea
2019-01-01
Abstract
Il confronto tra due mondi separati da un netto scarto ontologico o ideologico è stato sin dagli albori della modernità uno dei temi prediletti della fantascienza, riproponendosi in forme e modalità quanto mai variegate. Tale “scarto differenziale”, come giustamente sottolineato da D. Suvin, non può essere tuttavia compreso se non in termini storici e dialettici, dal momento che implica invariabilmente un soggetto, o meglio un’autoimmagine rispetto a cui l’Altrove viene percepito quale espressione di valori, istanze culturali “altre” rispetto alle proprie. Lo straniamento assume in quest’ottica una funzione critica di riflessione sulle modalità di costruzione del Sé e, più in generale, dell’episteme entro cui l’individuo si trova ad agire e rispetto al quale definisce la propria identità. Il presente contributo si propone di indagare questa suggestiva tematica a partire da due testi particolarmente significativi: Exhibit Piece (1954), uno dei primi racconti in cui P. K. Dick sperimenta il concetto di realtà alternativa, elemento portante nella sua originale reinterpretazione dei canoni della sci fi della Golden Age; e il suo recente adattamento televisivo Real Life, quinto dei dieci episodi della serie Philip K. Dick’s Electric Dreams (2017-2018). La comparazione tra le due opere intende evidenziare come l’operazione di riscrittura abbia riformulato le esplicite connotazioni politico-ideologiche dell’ipotesto – emblematica rappresentazione dell’America maccartista e xenofoba – in una riflessione metanarrativa sulla stereotipata rappresentazione dei ruoli “di genere” (uomo-donna) nella tradizione della science fiction. Uno slittamento alquanto curioso che, se da un lato evidenzia le note problematiche poste da ogni processo di traduzione intersemiotica, dall’altro invita a riflettere sulle ragioni di una simile trasformazione, o meglio su come persino la medesima “storia” si trovi di volta in volta a (ri)definire lo scarto differenziale alla luce di una cornice storica radicalmente mutata.File | Dimensione | Formato | |
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