Nel pensiero occidentale esiste un grande vulnus irrisolto che riguarda la separazione tra soggetto e oggetto. Come è possibile che il soggetto faccia esperienza del mondo che lo circonda e di se stesso? Come è possibile che qualcosa riesca nell’impossibile, ovvero nel poter fare esperienza di qualcosa di diverso da se stesso? Questo vulnus non è stato affatto risolto dai recenti sviluppi nella scienza e dalle conquiste delle neuroscienze1. Al contrario questo problema è stato progressivamente reso più misterioso e incomprensibile tanto che, nella letteratura anglosassone, è stato soprannominato il problema difficile per antonomasia o “hard problem”2. In realtà, il problema della natura del soggetto, e della sua relazione con l’oggetto, è così difficile perché la natura (oggi il mondo fisico) è stata concepita, fin dal tempo dello scontro tra Platone e i megarici, in modo da non poter contenere il soggetto. Il conflitto si è approfondito con la nascita della fisica moderna e con il cosiddetto fossato galileiano che si è poi declinato in tanti modi, dal dualismo cartesiano fino all’idealismo trascendentale di Kant3. Ai giorni nostri, lo sviluppo della teoria dell’informazione e i risultati empirici delle neuroscienze non hanno fornito alcuna spiegazione accettabile al di là dei proclami ricorrenti.
The Spread Mind: per un superamento della dicotomia soggetto-oggetto, 2018.
The Spread Mind: per un superamento della dicotomia soggetto-oggetto
Manzotti, Riccardo
2018-01-01
Abstract
Nel pensiero occidentale esiste un grande vulnus irrisolto che riguarda la separazione tra soggetto e oggetto. Come è possibile che il soggetto faccia esperienza del mondo che lo circonda e di se stesso? Come è possibile che qualcosa riesca nell’impossibile, ovvero nel poter fare esperienza di qualcosa di diverso da se stesso? Questo vulnus non è stato affatto risolto dai recenti sviluppi nella scienza e dalle conquiste delle neuroscienze1. Al contrario questo problema è stato progressivamente reso più misterioso e incomprensibile tanto che, nella letteratura anglosassone, è stato soprannominato il problema difficile per antonomasia o “hard problem”2. In realtà, il problema della natura del soggetto, e della sua relazione con l’oggetto, è così difficile perché la natura (oggi il mondo fisico) è stata concepita, fin dal tempo dello scontro tra Platone e i megarici, in modo da non poter contenere il soggetto. Il conflitto si è approfondito con la nascita della fisica moderna e con il cosiddetto fossato galileiano che si è poi declinato in tanti modi, dal dualismo cartesiano fino all’idealismo trascendentale di Kant3. Ai giorni nostri, lo sviluppo della teoria dell’informazione e i risultati empirici delle neuroscienze non hanno fornito alcuna spiegazione accettabile al di là dei proclami ricorrenti.File | Dimensione | Formato | |
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