Il pensiero occidentale, sin dalle sue origini greche, si è polarizzato sulla rigida dicotomia che vede opporsi il corpo e l'anima, la passione e la ragione, il cuore e la mente. Eppure il '900 ha offerto la possibilità di pensare ciò che sfugge alle maglie stringenti della ragione attingendo ad una forma particolare di "sentire", un'aisthesis che affonda le sue radici nel magma della vita, in grado di coglierne il senso tragico senza per questo sfociare in una forma di nichilismo. È nella tradizione spagnola che da Unamuno arriva a Zubiri, passando per la fenomenologia "speciale" di Ortgea y Gasset, che è possibile rintracciare quel movimento di riabilitazione della vita colta nel suo diretto esperirsi che è alla base del pensiero di María Zambrano. La metafora del cuore ricopre il ruolo di sostanza poetica in grado di fondare un logos sensibile che riabilita la carnalità e rivela l'intrascendibile radicamento della ragione nel corpo. La nuova "scienza" del cuore, come la definisce Zambrano, mostra che il pensare non può essere scisso dalle viscere, e quindi non può nemmeno uscire dal tempo. La metafora del cuore si radica quindi in una filosofia eraclitea, che rifiuta l'atemporalità del pensiero astratto, la visione intellettuale, a favore di una visione incarnata, capace di accedere alla porosità del reale. Il cuore in quanto cavità si mostra adatto a cogliere le lacune e le pieghe della vita senza la pretesa di una riduzione del suo fluire. È a questo logos sensibile che si esprime attraverso una ragione poetica che si cercherà di dare voce grazie alle potenzialità poietiche della metafora del cuore proposta dalla Zambrano.
María Zambrano: del sentire o “la visione attraverso il cuore”, 2017.
María Zambrano: del sentire o “la visione attraverso il cuore”
Boccali, Renato
2017-01-01
Abstract
Il pensiero occidentale, sin dalle sue origini greche, si è polarizzato sulla rigida dicotomia che vede opporsi il corpo e l'anima, la passione e la ragione, il cuore e la mente. Eppure il '900 ha offerto la possibilità di pensare ciò che sfugge alle maglie stringenti della ragione attingendo ad una forma particolare di "sentire", un'aisthesis che affonda le sue radici nel magma della vita, in grado di coglierne il senso tragico senza per questo sfociare in una forma di nichilismo. È nella tradizione spagnola che da Unamuno arriva a Zubiri, passando per la fenomenologia "speciale" di Ortgea y Gasset, che è possibile rintracciare quel movimento di riabilitazione della vita colta nel suo diretto esperirsi che è alla base del pensiero di María Zambrano. La metafora del cuore ricopre il ruolo di sostanza poetica in grado di fondare un logos sensibile che riabilita la carnalità e rivela l'intrascendibile radicamento della ragione nel corpo. La nuova "scienza" del cuore, come la definisce Zambrano, mostra che il pensare non può essere scisso dalle viscere, e quindi non può nemmeno uscire dal tempo. La metafora del cuore si radica quindi in una filosofia eraclitea, che rifiuta l'atemporalità del pensiero astratto, la visione intellettuale, a favore di una visione incarnata, capace di accedere alla porosità del reale. Il cuore in quanto cavità si mostra adatto a cogliere le lacune e le pieghe della vita senza la pretesa di una riduzione del suo fluire. È a questo logos sensibile che si esprime attraverso una ragione poetica che si cercherà di dare voce grazie alle potenzialità poietiche della metafora del cuore proposta dalla Zambrano.File | Dimensione | Formato | |
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