This study investigates how some twentieth-century women writers described their role as artists of the written word. In fact, in their narrative and critical works they highlighted the difficulties that they had to endure to continue their writing work and the value that the written word acquired for them. The study is divided into two parts: the first part shows the desire of some writers of the early twentieth century (Neera, Grazia Deledda, Sibilla Aleramo, Ada Negri) to write down thoughts and observations on the surrounding world, despite the hostility of male writers and of their families because of their being women. In the second part, some theoretical writings by Anna Maria Ortese and Elsa Morante will accompany us in this brief examination on writers and their role as artists at a time in which traditional values were collapsing. Both Ortese and Morante entrust the renewal of the real world to poetic art because the function of writing is "to prevent the disintegration of the human conscience, in its daily, and exhausting, and alienating wearing out with the world".
Il lavoro indaga il pensiero di alcune donne, artiste della parola scritta, riguardo al loro ruolo di scrittrici nel Novecento. Nelle loro opere sia narrative sia critiche evidenziano le difficoltà che hanno dovuto sopportare per poter continuare il loro lavoro di scrittura e il valore che la parola scritta assume per loro. Lo studio si articola in due momenti: una prima parte in cui verrà mostrato il desiderio di alcune scrittrici del primo Novecento (Neera, Grazia Deledda, Sibilla Aleramo, Ada Negri) di mettere per iscritto pensieri e osservazioni sul mondo circostante, nonostante l’ostilità da parte di scrittori e dell’ambiente familiare proprio perché donne. Nella seconda parte saranno gli scritti teorici di Anna Maria Ortese e di Elsa Morante ad accompagnarci in questa breve disamina sulle scrittrici nel loro ruolo di artiste che scrivono in un periodo storico dove si assiste alla caduta dei valori tradizionali. Entrambe affidano all’arte poetica il rinnovamento del mondo reale perché la funzione dello scrivere è «impedire la disintegrazione della coscienza umana, nel suo quotidiano, e logorante, e alienante uso del mondo».
Uno spirito rinchiuso in cantina. L’accettazione del ruolo della donna che scrive nel Novecento, 2017.
Autori: | Zangrandi, Silvia |
Data di pubblicazione: | 2017 |
Titolo: | Uno spirito rinchiuso in cantina. L’accettazione del ruolo della donna che scrive nel Novecento |
Luogo di pubblicazione: | Milano |
Nazione editore: | Italy |
Editore: | Marcos y Marcos |
Titolo del libro: | L'immagine dell'artista nel mondo moderno |
ISBN: | 9788871688145 |
Pagina iniziale: | 135 |
Pagina finale: | 151 |
Numero di pagine: | 17 |
Revisione (peer review): | nessuno |
Rilevanza: | internazionale |
Lingua: | Italian |
Settore Scientifico Disciplinare: | Settore L-FIL-LET/11 - Letteratura Italiana Contemporanea |
Keywords: | Scrittrici italiane; Novecento; ostilità |
Keywords: | Italian women writers; XX century; hostility |
Abstract: | Il lavoro indaga il pensiero di alcune donne, artiste della parola scritta, riguardo al loro ruolo di scrittrici nel Novecento. Nelle loro opere sia narrative sia critiche evidenziano le difficoltà che hanno dovuto sopportare per poter continuare il loro lavoro di scrittura e il valore che la parola scritta assume per loro. Lo studio si articola in due momenti: una prima parte in cui verrà mostrato il desiderio di alcune scrittrici del primo Novecento (Neera, Grazia Deledda, Sibilla Aleramo, Ada Negri) di mettere per iscritto pensieri e osservazioni sul mondo circostante, nonostante l’ostilità da parte di scrittori e dell’ambiente familiare proprio perché donne. Nella seconda parte saranno gli scritti teorici di Anna Maria Ortese e di Elsa Morante ad accompagnarci in questa breve disamina sulle scrittrici nel loro ruolo di artiste che scrivono in un periodo storico dove si assiste alla caduta dei valori tradizionali. Entrambe affidano all’arte poetica il rinnovamento del mondo reale perché la funzione dello scrivere è «impedire la disintegrazione della coscienza umana, nel suo quotidiano, e logorante, e alienante uso del mondo». |
Abstract: | This study investigates how some twentieth-century women writers described their role as artists of the written word. In fact, in their narrative and critical works they highlighted the difficulties that they had to endure to continue their writing work and the value that the written word acquired for them. The study is divided into two parts: the first part shows the desire of some writers of the early twentieth century (Neera, Grazia Deledda, Sibilla Aleramo, Ada Negri) to write down thoughts and observations on the surrounding world, despite the hostility of male writers and of their families because of their being women. In the second part, some theoretical writings by Anna Maria Ortese and Elsa Morante will accompany us in this brief examination on writers and their role as artists at a time in which traditional values were collapsing. Both Ortese and Morante entrust the renewal of the real world to poetic art because the function of writing is "to prevent the disintegration of the human conscience, in its daily, and exhausting, and alienating wearing out with the world". |
Numero degli autori: | 1 |
Supporto: | A stampa |
Appare nelle tipologie: | 2.01 Contributo in volume (Capitolo o Saggio) |
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File | Descrizione | Tipologia | Licenza | |
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Zangrandi_Uno spirito rinchiuso in cantina.pdf | Contributo in volume | N/A | Administrator |