Uno studio sui rapporti tra Giorgio La Pira e Aldo Moro comporta inevitabilmente un confronto complesso tra due figure della storia dell’Italia del Novecento tra loro profondamente diverse, per caratteri umani e culturali, esperienze sociali e formative, concezione dello Stato e della nazione, percorsi politici e incarichi istituzionali ricoperti. Due uomini accomunati però, oltre che da un profondo rispetto reciproco, anche da una serie di fili sotterranei, alcuni più chiaramente riconoscibili (il percorso all’interno dei gruppi e movimenti dell’associazionismo cattolico, l’esperienza accademica in campo giuridico, il dialogo con mons. Montini, il protagonismo nella fase ricostruttiva della repubblica, l’adesione, ancorché da prospettive e con modi differenti, alla Democrazia cristiana), altri più sotterranei e misteriosi: la profonda fede religiosa, un rapporto libero ancorché rispettoso rispetto alle dinamiche ecclesiali, l’attenzione per la dimensione pedagogica delle democrazie e la fiducia, pur da prospettive diverse, in un internazionalismo e multilateralismo in divenire. In questo saggio ci si concentra proprio su quest’ultimo passaggio, che pure ricomprende molti degli altri nodi evocati, ovvero quello relativo alla dimensione internazionale in un particolare periodo di passaggio, quello tra la fine degli anni Sessanta e l’avvio degli anni Settanta, una fase segnata da importanti mutamenti strategici internazionali, sulla scia della Flexible Response statunitense, del conflitto vietnamita, del Trattato di non proliferazione nucleare, dell’irrigidimento sovietico, del nuovo attivismo internazionale maoista, della contestazione globale (da Città del Messico a Parigi, da Roma a Praga), ma anche delle iniziative dei G77 e, più generale del sistema Onu, della ridefinizione delle cosiddette guerre di liberazione e delle politiche di cooperazione tecnica nei rapporti Nord-Sud. Una stagione che coincise tra l’altro, sul fronte interno, con la difficoltà di maturazione dei governi di centro-sinistra e il rallentamento della crescita e cha la crisi del 1973, con relative conseguenze economiche, sociale, culturali e politiche, avrebbe segnato in modo decisivo.
La pace e le relazioni internazionali in Giorgio La Pira e Aldo Moro: convergenze e dissonanze, 2017.
La pace e le relazioni internazionali in Giorgio La Pira e Aldo Moro: convergenze e dissonanze
De Giuseppe, Massimo
2017-01-01
Abstract
Uno studio sui rapporti tra Giorgio La Pira e Aldo Moro comporta inevitabilmente un confronto complesso tra due figure della storia dell’Italia del Novecento tra loro profondamente diverse, per caratteri umani e culturali, esperienze sociali e formative, concezione dello Stato e della nazione, percorsi politici e incarichi istituzionali ricoperti. Due uomini accomunati però, oltre che da un profondo rispetto reciproco, anche da una serie di fili sotterranei, alcuni più chiaramente riconoscibili (il percorso all’interno dei gruppi e movimenti dell’associazionismo cattolico, l’esperienza accademica in campo giuridico, il dialogo con mons. Montini, il protagonismo nella fase ricostruttiva della repubblica, l’adesione, ancorché da prospettive e con modi differenti, alla Democrazia cristiana), altri più sotterranei e misteriosi: la profonda fede religiosa, un rapporto libero ancorché rispettoso rispetto alle dinamiche ecclesiali, l’attenzione per la dimensione pedagogica delle democrazie e la fiducia, pur da prospettive diverse, in un internazionalismo e multilateralismo in divenire. In questo saggio ci si concentra proprio su quest’ultimo passaggio, che pure ricomprende molti degli altri nodi evocati, ovvero quello relativo alla dimensione internazionale in un particolare periodo di passaggio, quello tra la fine degli anni Sessanta e l’avvio degli anni Settanta, una fase segnata da importanti mutamenti strategici internazionali, sulla scia della Flexible Response statunitense, del conflitto vietnamita, del Trattato di non proliferazione nucleare, dell’irrigidimento sovietico, del nuovo attivismo internazionale maoista, della contestazione globale (da Città del Messico a Parigi, da Roma a Praga), ma anche delle iniziative dei G77 e, più generale del sistema Onu, della ridefinizione delle cosiddette guerre di liberazione e delle politiche di cooperazione tecnica nei rapporti Nord-Sud. Una stagione che coincise tra l’altro, sul fronte interno, con la difficoltà di maturazione dei governi di centro-sinistra e il rallentamento della crescita e cha la crisi del 1973, con relative conseguenze economiche, sociale, culturali e politiche, avrebbe segnato in modo decisivo.File | Dimensione | Formato | |
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