Il saggio rilegge la commedia italiana della seconda metà degli anni Cinquanta come una sorta di antiepopea del fallimento e dello scacco. Da Poveri ma belli (1956) a I soliti ignoti (1958), la commedia disegna l’inettitudine del personaggio-tipo, quasi sempre alle prese con una sorta di grottesca “eterogenesi dei fini”. Nella forma simbolica dell’inettitudine comica si esprimono il disagio e la difficoltà dell’italiano-tipo nel gestire il proprio rapporto con la modernità e con la nascente società dei consumi.
Forme, motivi e funzioni della commedia, 2004.
Forme, motivi e funzioni della commedia
Canova, Gianni
2004-01-01
Abstract
Il saggio rilegge la commedia italiana della seconda metà degli anni Cinquanta come una sorta di antiepopea del fallimento e dello scacco. Da Poveri ma belli (1956) a I soliti ignoti (1958), la commedia disegna l’inettitudine del personaggio-tipo, quasi sempre alle prese con una sorta di grottesca “eterogenesi dei fini”. Nella forma simbolica dell’inettitudine comica si esprimono il disagio e la difficoltà dell’italiano-tipo nel gestire il proprio rapporto con la modernità e con la nascente società dei consumi.File in questo prodotto:
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