L’antropologia è oggi sollecitata, in quanto disciplina esperta delle culture e delle differenze culturali, a dare risposte relativamente ai problemi degli immigrati, a fornire elementi per interpretare comportamenti e disturbi, a fare riconoscere le differenze culturali, non escludendo mai il ruolo degli individui e le condizioni di disuguaglianza e mancanza di opportunità, a fornire metodi e strumenti, anche inerenti il linguaggio e l’aspetto comunicativo, alle professioni del sanitario. Diverse sono le forme culturali attraverso le quali i soggetti umani esprimono la sofferenza, le emozioni, il dolore. In questo senso, operando una comparazione tra le rappresentazioni del corpo, della salute e della malattia raccolte presso le più diverse popolazioni, le ricerche etnografiche hanno contribuito a mostrare la costruzione culturale della corporeità e la variabilità della soglia fra salute e malattia, ponendo negli anni recenti sempre più attenzione dalle “concezioni e visioni” del mondo condivise, alle “pratiche”, cioè alle azioni dei singoli soggetti. Corpo, salute, malattia, alimentazione, cura, ecc. sono tutti aspetti e realtà certamente culturalmente connotate nel loro valore simbolico e non solo, nella loro conoscenza in termini di saperi e nella loro espressione quotidiana in ordine ai comportamenti considerati scorretti o al contrario raccomandati in talune circostanze. Si è deciso di ascoltare la voce delle famiglie per una presa di coscienza e verifica del livello di conoscenza, consapevolezza, sensibilizzazione e orientamento che appartiene alle famiglie migranti residenti in Lombardia in ordine alle NCD.

Il vissuto e la percezione delle famiglie migranti (risultati analisi qualitativa), 2016.

Il vissuto e la percezione delle famiglie migranti (risultati analisi qualitativa)

GHIRINGHELLI, BARBARA
2016-01-01

Abstract

L’antropologia è oggi sollecitata, in quanto disciplina esperta delle culture e delle differenze culturali, a dare risposte relativamente ai problemi degli immigrati, a fornire elementi per interpretare comportamenti e disturbi, a fare riconoscere le differenze culturali, non escludendo mai il ruolo degli individui e le condizioni di disuguaglianza e mancanza di opportunità, a fornire metodi e strumenti, anche inerenti il linguaggio e l’aspetto comunicativo, alle professioni del sanitario. Diverse sono le forme culturali attraverso le quali i soggetti umani esprimono la sofferenza, le emozioni, il dolore. In questo senso, operando una comparazione tra le rappresentazioni del corpo, della salute e della malattia raccolte presso le più diverse popolazioni, le ricerche etnografiche hanno contribuito a mostrare la costruzione culturale della corporeità e la variabilità della soglia fra salute e malattia, ponendo negli anni recenti sempre più attenzione dalle “concezioni e visioni” del mondo condivise, alle “pratiche”, cioè alle azioni dei singoli soggetti. Corpo, salute, malattia, alimentazione, cura, ecc. sono tutti aspetti e realtà certamente culturalmente connotate nel loro valore simbolico e non solo, nella loro conoscenza in termini di saperi e nella loro espressione quotidiana in ordine ai comportamenti considerati scorretti o al contrario raccomandati in talune circostanze. Si è deciso di ascoltare la voce delle famiglie per una presa di coscienza e verifica del livello di conoscenza, consapevolezza, sensibilizzazione e orientamento che appartiene alle famiglie migranti residenti in Lombardia in ordine alle NCD.
Italiano
2016
Migranti, malattie non trasmissibili e comunicazione
69
84
16
9788898245826
Italy
Palermo
Qanat
comitato scientifico
nazionale
A stampa
Settore M-DEA/01 - Discipline Demoetnoantropologiche
I contenuti del volume sono tratti da due progetti di ricerca: “Applicazione dei modelli e modalità di integrazione e comunicazione in una società multiculturale. La progettualità MGF” (fase 1). Codice 2011B015; “Applicazione dei modelli e modalità di integrazione e comunicazione in una società multiculturale. La progettualità MGF” (fase 2). Codice 2011B015 finanziati dalla Direzione Generale dell’Assessorato al Welfare di Regione Lombardia.
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