Dopo una lunga stagione di crisi, seguita alla rottura del patronato, segnata dalle guerre post indipendentiste e dalle prolungate dispute incrociate tra liberali e conservatori, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, le istituzioni ecclesiastiche avviarono in Messico un ambizioso progetto di rilancio della propria presenza. Questo avvenne a livello istituzionale, dottrinale, liturgico, diplomatico e finanche politico, ma ebbe indubbiamente le sue ripercussioni più rilevanti nel campo sociale. Il processo di «messicanizzazione della Rerum Novarum» si intrecciò infatti agli sforzi della S. Sede per la «romanizzazione» dell’episcopato ma aprì al contempo nuovi programmi sociali, mobilitò il laicato in forme inedite, ridefinì i modelli educativi e formativi. Soprattutto permise di dar vita a una serie di nuove esperienze, urbane, rurali, missionarie ed indigeniste, ridefinendo la presenza della Chiesa in paese in trasformazione e i confini di una «nazione cattolica» ma profondamente pluriculturale. Con la crisi della lunga stagione porfiriana e l’esplosione della rivoluzione, nonostante gli scontri armati, i tentativi controrivoluzionari, la guerra civile, le violenze, i sussulti anticlericali e il varo della Costituzione del 1917, questo sforzo non si interruppe, facendo del Messico una frontiera e, al contempo, un laboratorio sui generis delle forme di applicazione della dottrina sociale e di costruzioni di proposte di welfare cattolico. Dopo un lungo oblio, il tema del cattolicesimo sociale è entrato di prepotenza nella storiografia messicana soltanto in anni recenti ma questo saggio cerca di seguire un filo di continuità, offrendo una proposta di interpretazione che vada oltre le barriere rappresentate dalle periodizzazioni tradizionali.
«Cruzando la Revolución»: la S. Sede e le anime del welfare cattolico messicano, 2016-03.
«Cruzando la Revolución»: la S. Sede e le anime del welfare cattolico messicano
DE GIUSEPPE, MASSIMO
2016-03-01
Abstract
Dopo una lunga stagione di crisi, seguita alla rottura del patronato, segnata dalle guerre post indipendentiste e dalle prolungate dispute incrociate tra liberali e conservatori, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, le istituzioni ecclesiastiche avviarono in Messico un ambizioso progetto di rilancio della propria presenza. Questo avvenne a livello istituzionale, dottrinale, liturgico, diplomatico e finanche politico, ma ebbe indubbiamente le sue ripercussioni più rilevanti nel campo sociale. Il processo di «messicanizzazione della Rerum Novarum» si intrecciò infatti agli sforzi della S. Sede per la «romanizzazione» dell’episcopato ma aprì al contempo nuovi programmi sociali, mobilitò il laicato in forme inedite, ridefinì i modelli educativi e formativi. Soprattutto permise di dar vita a una serie di nuove esperienze, urbane, rurali, missionarie ed indigeniste, ridefinendo la presenza della Chiesa in paese in trasformazione e i confini di una «nazione cattolica» ma profondamente pluriculturale. Con la crisi della lunga stagione porfiriana e l’esplosione della rivoluzione, nonostante gli scontri armati, i tentativi controrivoluzionari, la guerra civile, le violenze, i sussulti anticlericali e il varo della Costituzione del 1917, questo sforzo non si interruppe, facendo del Messico una frontiera e, al contempo, un laboratorio sui generis delle forme di applicazione della dottrina sociale e di costruzioni di proposte di welfare cattolico. Dopo un lungo oblio, il tema del cattolicesimo sociale è entrato di prepotenza nella storiografia messicana soltanto in anni recenti ma questo saggio cerca di seguire un filo di continuità, offrendo una proposta di interpretazione che vada oltre le barriere rappresentate dalle periodizzazioni tradizionali.File | Dimensione | Formato | |
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