Volendo stilare un catalogo degli autori italiani che, nel corso degli anni ’80, si cimentarono con la reinterpretazione del genero storico in chiave postmoderna sarà utile ricordare, accanto all’acclarata fama di alcuni, il nome di Oreste del Buono. Pubblicato nel 1986, La nostra classe dirigente costituisce l’ennesimo tassello della sua romanzesca autobiografia, un’«opera-arcipelago» sviluppata attraverso quattro decenni. A differenza dei suoi antecedenti però qui al centro della scena non viene collocato un alter ego fittizio dell’autore, bensì il suo più illustre antenato. Teseo Tesei, ufficiale della Marina Italiana, passato agli onori delle cronache sia per l’invenzione del famigerato “maiale” (un dispositivo militare oggi conservato al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano), sia per la morte nell’assalto del porto di La Valletta, il 26 luglio 1941. All’ombra di quest’autorevole figura del Buono rivisita la vicenda della sua famiglia e del suo paese ancorandola ad un anno fatidico, il 1943, il perno attorno a cui ruotano i risvolti ora tragici e ora grotteschi che lo hanno accompagnato, a partire da un concepimento a ridosso della marcia su Roma e della presa del potere del fascismo, sino alla guerra, al rientro, al matrimonio, al rapporto coi genitori. Assistiamo insomma ad un rovesciamento di prospettiva tra pubblico e privato, realtà e finzione, due dimensioni tra cui si cerca di ricostituire non tanto una totalità quanto piuttosto una rinnovata continuità. Il cambio di modo è evidente, così come l’intenzione di forzare il genere storico al di là dei limiti imposti da ogni approccio normativo. Nell’introduzione l’autore rivendica lo statuto di «opera di fantasia», eppure il suo non è altro che un depistaggio ironico. Un invito a intendere la Storia davvero come una «finzione», «una convenzione letteraria basata sull’intertestualità e sull’interposizione dei testi».

Oreste del Buono ou comment on écrit l’Histoire, 2015.

Oreste del Buono ou comment on écrit l’Histoire

Chiurato, Andrea
2015-01-01

Abstract

Volendo stilare un catalogo degli autori italiani che, nel corso degli anni ’80, si cimentarono con la reinterpretazione del genero storico in chiave postmoderna sarà utile ricordare, accanto all’acclarata fama di alcuni, il nome di Oreste del Buono. Pubblicato nel 1986, La nostra classe dirigente costituisce l’ennesimo tassello della sua romanzesca autobiografia, un’«opera-arcipelago» sviluppata attraverso quattro decenni. A differenza dei suoi antecedenti però qui al centro della scena non viene collocato un alter ego fittizio dell’autore, bensì il suo più illustre antenato. Teseo Tesei, ufficiale della Marina Italiana, passato agli onori delle cronache sia per l’invenzione del famigerato “maiale” (un dispositivo militare oggi conservato al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano), sia per la morte nell’assalto del porto di La Valletta, il 26 luglio 1941. All’ombra di quest’autorevole figura del Buono rivisita la vicenda della sua famiglia e del suo paese ancorandola ad un anno fatidico, il 1943, il perno attorno a cui ruotano i risvolti ora tragici e ora grotteschi che lo hanno accompagnato, a partire da un concepimento a ridosso della marcia su Roma e della presa del potere del fascismo, sino alla guerra, al rientro, al matrimonio, al rapporto coi genitori. Assistiamo insomma ad un rovesciamento di prospettiva tra pubblico e privato, realtà e finzione, due dimensioni tra cui si cerca di ricostituire non tanto una totalità quanto piuttosto una rinnovata continuità. Il cambio di modo è evidente, così come l’intenzione di forzare il genere storico al di là dei limiti imposti da ogni approccio normativo. Nell’introduzione l’autore rivendica lo statuto di «opera di fantasia», eppure il suo non è altro che un depistaggio ironico. Un invito a intendere la Storia davvero come una «finzione», «una convenzione letteraria basata sull’intertestualità e sull’interposizione dei testi».
French
2015
La réécriture de l’Histoire dans les romans de la postmodernité
Aix-en-Provence
2013
internazionale
contributo
La réécriture de l’Histoire de la postmodernité
Magni, Stefano
223
230
8
978-2-85399-959-5
France
Aix-en-Provence
Presses Universitaires de Provence Aix-Marseille Université
nessuno
A stampa
Settore L-FIL-LET/14 - Critica Letteraria e Letterature Comparate
1
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