I matrimoni misti in Italia sono quindi una delle novità più interessanti emerse nell’ultimo decennio nell’ambito dei comportamenti familiari e sono una realtà strettamente connessa al divenire della penisola terra di immigrazione (d’altronde le migrazioni internazionali, lo vedremo più avanti, sono una delle principali condizioni strutturali al costituirsi di tali unioni). Non sono poche le caratteristiche che i due fenomeni condividono: la localizzazione territoriale – là dove c’è maggiore presenza straniera si registra il maggior numero di matrimoni e nascite miste; la composizione culturale – i partner stranieri di cittadini italiani risultano appartenere alle principali comunità straniere presenti in Italia; l’accettazione sociale – sulla coppia mista pesano gli stereotipi e i pregiudizi attribuiti alla comunità immigrata nelle sue distinzioni etniche e religiose. Un dibattito sull’integrazione degli stranieri non può pertanto tralasciare il tema della famiglia dei migranti quale aspetto cruciale della vita delle persone, della società, delle istituzioni. Nonostante tale certezza, in Italia le analisi relative alla questione dell’integrazione degli immigrati troppo spesso trascurano alcuni importanti aspetti della dimensione familiare, soprattutto mista. Parlandone perlopiù in termini statistici – di cui certamente se ne riconosce l’importanza quali fondamentali indicatori di fenomeni e descrittori di situazioni - indicando il numero dei nati o dei permessi per ragione familiare, così come della nuzialità e dei divorzi, si sorvola su aspetti – certamente difficile da misurare – quale quello dell’integrazione “relazionale e sociale” della famiglia e della capacità delle politiche e dei servizi del territorio di riconoscere una piena cittadinanza sociale a queste “nuove” famiglie. Eppure, in tale contesto, la famiglia assume una nuova centralità come possibile protagonista di percorsi di integrazione e stabilizzazione, come strumento e ambito di accoglienza, come laboratorio di una possibile società interculturale, come dialogo tra religioni. Lo studio della famiglia nella migrazione e delle dinamiche familiari che nascono dalla mobilità umana evidenziano infatti come la famiglia stessa possa essere veicolo e luogo di integrazione, dialogo, sostegno, sia nella quotidianità delle relazioni, sia nell’educare ad una cultura dell’accoglienza, del rispetto e del riconoscimento reciproco.
Coppie miste, coppie cristiano-islamiche. Quando l'integrazione è a tre livelli: coppia, famiglia e comunità, società e istituzioni, 2014-10.
Coppie miste, coppie cristiano-islamiche. Quando l'integrazione è a tre livelli: coppia, famiglia e comunità, società e istituzioni
Ghiringhelli, Barbara
2014-10-01
Abstract
I matrimoni misti in Italia sono quindi una delle novità più interessanti emerse nell’ultimo decennio nell’ambito dei comportamenti familiari e sono una realtà strettamente connessa al divenire della penisola terra di immigrazione (d’altronde le migrazioni internazionali, lo vedremo più avanti, sono una delle principali condizioni strutturali al costituirsi di tali unioni). Non sono poche le caratteristiche che i due fenomeni condividono: la localizzazione territoriale – là dove c’è maggiore presenza straniera si registra il maggior numero di matrimoni e nascite miste; la composizione culturale – i partner stranieri di cittadini italiani risultano appartenere alle principali comunità straniere presenti in Italia; l’accettazione sociale – sulla coppia mista pesano gli stereotipi e i pregiudizi attribuiti alla comunità immigrata nelle sue distinzioni etniche e religiose. Un dibattito sull’integrazione degli stranieri non può pertanto tralasciare il tema della famiglia dei migranti quale aspetto cruciale della vita delle persone, della società, delle istituzioni. Nonostante tale certezza, in Italia le analisi relative alla questione dell’integrazione degli immigrati troppo spesso trascurano alcuni importanti aspetti della dimensione familiare, soprattutto mista. Parlandone perlopiù in termini statistici – di cui certamente se ne riconosce l’importanza quali fondamentali indicatori di fenomeni e descrittori di situazioni - indicando il numero dei nati o dei permessi per ragione familiare, così come della nuzialità e dei divorzi, si sorvola su aspetti – certamente difficile da misurare – quale quello dell’integrazione “relazionale e sociale” della famiglia e della capacità delle politiche e dei servizi del territorio di riconoscere una piena cittadinanza sociale a queste “nuove” famiglie. Eppure, in tale contesto, la famiglia assume una nuova centralità come possibile protagonista di percorsi di integrazione e stabilizzazione, come strumento e ambito di accoglienza, come laboratorio di una possibile società interculturale, come dialogo tra religioni. Lo studio della famiglia nella migrazione e delle dinamiche familiari che nascono dalla mobilità umana evidenziano infatti come la famiglia stessa possa essere veicolo e luogo di integrazione, dialogo, sostegno, sia nella quotidianità delle relazioni, sia nell’educare ad una cultura dell’accoglienza, del rispetto e del riconoscimento reciproco.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.