Il presente lavoro si propone di esporre alcune considerazioni intorno alle poesie politiche di Brecht e Levi. I due autori, un esiliato e un deportato, parlano ai contemporanei e ai posteri con un linguaggio essenziale, sfrondato di vuote ampollosità. Ai loro versi affidano il compito di offrire una visione veritiera della realtà e di indurre le generazioni future a conservare la memoria di un periodo storico dominato dalla barbarie. Le Weltanschauungen dei due autori non coincidono esattamente, ma su alcuni aspetti le loro opinioni collimano. Entrambi condannano i regimi dittatoriali, le guerre e non risparmiano neppure loro stessi perché Brecht prova un sentimento di colpa e Levi è vittima della cosiddetta ‘vergogna del sopravvissuto’. Di Brecht, Marcel Reich-Ranicki ha pronunciato il seguente giudizio: “Bleiben wird von Bertolt Brecht vornehmlich die Lyrik“. Il critico tedesco è convinto che, della produzione letteraria di Brecht, la lirica rappresenti l'esito migliore. Quanto a Levi, non occorre attendere il verdetto della posterità: il suo Shemà è conosciuto, citato e apprezzato da una folta schiera di estimatori.
"Scrivevo poesie concise e sanguinose. Ich bin ein Stückeschreiber.Ich zeige / Was ich gesehen habe”. Uno sguardo alle poesie politiche di Primo Levi eBertolt Brecht, 2014-11.
"Scrivevo poesie concise e sanguinose. Ich bin ein Stückeschreiber. Ich zeige / Was ich gesehen habe”. Uno sguardo alle poesie politiche di Primo Levi e Bertolt Brecht
Neiger, Giovanna
2014-11-01
Abstract
Il presente lavoro si propone di esporre alcune considerazioni intorno alle poesie politiche di Brecht e Levi. I due autori, un esiliato e un deportato, parlano ai contemporanei e ai posteri con un linguaggio essenziale, sfrondato di vuote ampollosità. Ai loro versi affidano il compito di offrire una visione veritiera della realtà e di indurre le generazioni future a conservare la memoria di un periodo storico dominato dalla barbarie. Le Weltanschauungen dei due autori non coincidono esattamente, ma su alcuni aspetti le loro opinioni collimano. Entrambi condannano i regimi dittatoriali, le guerre e non risparmiano neppure loro stessi perché Brecht prova un sentimento di colpa e Levi è vittima della cosiddetta ‘vergogna del sopravvissuto’. Di Brecht, Marcel Reich-Ranicki ha pronunciato il seguente giudizio: “Bleiben wird von Bertolt Brecht vornehmlich die Lyrik“. Il critico tedesco è convinto che, della produzione letteraria di Brecht, la lirica rappresenti l'esito migliore. Quanto a Levi, non occorre attendere il verdetto della posterità: il suo Shemà è conosciuto, citato e apprezzato da una folta schiera di estimatori.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.