Il libro è diviso in due parti, contraddistinte dalle parole chiave “tradizione” e “canone”. Dalla parte della tradizione, ci sono studi intorno a figure cardine del verso libero novecentesco (Campana e Gatto – non senza una piccola polemica circa i giudizi molto prudenti riguardanti la metrica del secondo), alla prosa ritmica (“Con me e con gli alpini” di Jahier) e, soprattutto, alla poesia in prosa. A proposito di quest’ultima, si insiste sulla natura pienamente poetica di molte esperienze prosastiche di confine, caratterizzate sì da una grande ambiguità ossimorica, ma suscettibili di manifestare una modulazione di valori, una tradizione. Dalla parte del canone, c’è – intanto – una petizione di principio: vale a dire che nella seconda metà del Novecento entrino in crisi, anche se in modo discontinuo e lento, molte delle tradizioni attive nel periodo precedente il 1956 e che questo fenomeno si presti a un’interpretazione postmoderna. I principali capisaldi dello studio sono, in questo senso, due: la controversa azione della metrica accentuale, esemplificata in particolare con l’opera di Fortini (che proprio dopo il 1956, anche per ragioni politiche, difende la centralità di una nuova serie di convenzioni metriche); la progressiva valorizzazione di forme secondarie, come il versetto di tradizione biblico-whitmaniana e il verso di canzone. La categoria di “discorsività” – in varie accezioni – può dunque, forse, costituire il denominatore comune di esperienze metriche rimaste sotto traccia nel Novecento modernista, ma poi quasi divenute egemoni nella sua seconda metà.

Dalla poesia in prosa al Rap : tradizioni e canoni metrici nella poesia italiana contemporanea, 2008.

Dalla poesia in prosa al Rap : tradizioni e canoni metrici nella poesia italiana contemporanea

Giovannetti, Paolo
2008-01-01

Abstract

Il libro è diviso in due parti, contraddistinte dalle parole chiave “tradizione” e “canone”. Dalla parte della tradizione, ci sono studi intorno a figure cardine del verso libero novecentesco (Campana e Gatto – non senza una piccola polemica circa i giudizi molto prudenti riguardanti la metrica del secondo), alla prosa ritmica (“Con me e con gli alpini” di Jahier) e, soprattutto, alla poesia in prosa. A proposito di quest’ultima, si insiste sulla natura pienamente poetica di molte esperienze prosastiche di confine, caratterizzate sì da una grande ambiguità ossimorica, ma suscettibili di manifestare una modulazione di valori, una tradizione. Dalla parte del canone, c’è – intanto – una petizione di principio: vale a dire che nella seconda metà del Novecento entrino in crisi, anche se in modo discontinuo e lento, molte delle tradizioni attive nel periodo precedente il 1956 e che questo fenomeno si presti a un’interpretazione postmoderna. I principali capisaldi dello studio sono, in questo senso, due: la controversa azione della metrica accentuale, esemplificata in particolare con l’opera di Fortini (che proprio dopo il 1956, anche per ragioni politiche, difende la centralità di una nuova serie di convenzioni metriche); la progressiva valorizzazione di forme secondarie, come il versetto di tradizione biblico-whitmaniana e il verso di canzone. La categoria di “discorsività” – in varie accezioni – può dunque, forse, costituire il denominatore comune di esperienze metriche rimaste sotto traccia nel Novecento modernista, ma poi quasi divenute egemoni nella sua seconda metà.
Italiano
2008
978-88-8212-615-5
219
11
Italy
Novara
Interlinea
A stampa
nazionale
esperti non anonimi
Settore L-FIL-LET/11 - Letteratura Italiana Contemporanea
Il volume contiene anche testi editi prima del 2004. Come specificato dalla "Nota al testo" di p. 16, sono inedite prima del 2008 le pp. 7-16, 111-132, 135-160. Risalgono inoltre al periodo 2004-2008 le pp. 185-203 e 207-212. Edite nel 2006 ma risalenti a un convegno del 2002 le pp. 161-184.
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